Max Biaggi: “Mai più in moto, neanche per gioco”
La paura di non farcela ha evidentemente rappresentato una svolta per Max Biaggi che tre mesi dopo il grave incidente in motard che poteva costargli la vita è sempre più convinto della decisione presa. Con quattro titoli iridati in 250 e due in Superbike, il Corsaro ha più volte ribadito di “non dover dimostrare più niente a nessuno” e di “pensare alle moto in altro modo”. Le 11 costole fratturate, le lesioni a entrambi i polmoni e i due interventi chirurgici lo hanno cambiato e la promessa fatta a papà Pietro (“Non gli farò più avere paura”) è una parola data a se stesso. Il nuovo Biaggi che negli ultimi giorni si è unito alla schiera di piloti, sportivi e nomi noti dello spettacolo nel fare gli auguri all’eterno rivale Valentino Rossi, ha ribadito la sua decisione di appendere definitivamente il casco al chiodo.
Tornare su una moto? È un pezzo di vita che credo di aver archiviato del tutto. Negli ultimi anni ci salivo più per abitudine che per altro, ma credo che non salirò più in sella neanche per gioco. Anche se ritengo la passione per la moto la mia emozione più intima, non è mai stata una droga, ma un oggetto capace di regalarmi libidine, gioia e sentimento. Quello che mi è accaduto non riuscirò mai a dimenticarlo, non posso prendere decisioni sul futuro e mi vedo costretto a lavorare sodo per riacquistare la mia salute fisica – ha detto Max Biaggi in un'intervista ad Oggi.
"Nozze… cose di altri tempi"
Escluso un eventuale ritorno in pista, Biaggi ha parlato del suo rapporto con la compagna Bianca Atzei, la donna che dalla fine del 2015 ha preso il posto di Eleonora Pedron, e dei primi passi della loro storia. “All'inizio mi ha fatto penare, diciamo che non sono stato subito il suo principe azzurro” racconta il Corsaro, sottolineando come la loro relazione sia uscita rafforzata dalla sofferenza di questi ultimi mesi. “Stiamo bene ed è un momento molto intenso del nostro rapporto” ammette. Ma guai a parlare di nozze. “Credo che l'istituzione del matrimonio sia un po' retrò”. Eppure la rinnovata visione dell’amore che “non percepisci davvero finché non ti trovi sul baratro” sembrava avere finalmente il profumo dei fiori d’arancio.
