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Michael Schumacher sotto falso nome a Losanna

Alla stregua di un’operazione d’intelligence, il tedesco durante il trasporto a Losanna era cosciente e avrebbe annuito con il capo al personale medico impegnato nel trasferimento.
A cura di Valeria Aiello
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Dopo 169 giorni trascorsi all’Ospedale di Grenoble, Michael Schumacher è stato trasferito al Centro Ospedaliero Universitario Vadois (CHUV) di Losanna, dove l’ex iridato di Benetton e Ferrari inizierà il delicato processo di riabilitazione fisica e neurologica. L’ottimismo non manca: dopo essersi risvegliato dal coma, Michael Schumacher reagisce alle voci e comunica con lo sguardo che diventerebbe più intenso quando a parlargli è la moglie Corinna, cui il pilota tedesco è legato da oltre vent’anni.

Il trasferimento di Michael Schumacher al CHUV di Losanna, ad appena 40 km dalla residenza della famiglia Schumacher di Gland, è stato un sollievo anche per Corinna che potrà ritornare ad una vita normale insieme ai due figli, Gina Maria e Mick, di 17 e 15 anni. “Anche il semplice fatto di poter tornare a casa per il pranzo ha valore” ha spiegato la portavoce Kehm.

Nel comunicato di risveglio, diffuso in seguito all’arrivo di Schumi a Losanna, non erano specificate le modalità di trasporto del pilota tedesco al centro svizzero ma a, due giorni dal suo ricovero a Losanna, emergono nuovi particolari sul trasferimento. Per eludere occhi indiscreti, il trasporto di Michael Schumacher è stato organizzato alla stregua di un’operazione d’intelligence, considerate le misure di sicurezza che la famiglia del Campione tedesco ha adottato per mantenere l’assoluto riserbo sulle condizioni di Schumi.

Michael Schumacher è stato trasportato a Losanna in ambulanza: secondo quanto diffuso dal quotidiano svizzero Blick, il pilota tedesco non sarebbe quindi giunto in elicottero in Svizzera ma trasferito al Centro Universitario di Losanna su un’ambulanza privata proveniente da un’altra cittadina svizzera, Visp, mentre il personale medico e paramedico impegnato nel trasporto non era a conoscenza della vera identità del paziente. Il personale ha consegnato, quale misura preventiva, i telefoni cellulari all’arrivo a Grenoble, prima di scoprire in loco che, sotto un falso nome, si celava Michael Schumacher.

Posso confermare che abbiamo svolto il trasporto lunedì”, ha confermato Matthias Volken, sovrintendente sanitario del Vallese. “Non posso aggiungere altri dettagli”.

Schumacher non avrebbe parlato durante il trasporto ma cosciente avrebbe comunicato con l’equipè sanitaria attraverso cenni del capo. Durante gli oltre 200 km di viaggio da Grenoble a Losanna, il pilota tedesco avrebbe tenuto gli occhi aperti per lunghi tratti. Indiscrezioni che lasciano sperare in un recupero del tedesco che ora affronterà il recupero delle funzionalità fondamentali in un percorso accompagnato dalla cautela e nella piena riservatezza.

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