Mini John Cooper Works, la piccola di Oxford mostra il suo lato racing
Germania e Inghilterra, un binomio che quando si parla di auto crea sempre contrasti. Il tuning, però, è un mondo a parte, che ha logiche tutte sue e che, visti i risultati, sembra funzionare sempre. Sono molte le elaborazioni pensate per la Mini John Cooper Works, il top di gamma quando si parla della piccola di Oxford: stavolta a svelare la sua personale visione della vettura è Schnitzer, elaboratore da sempre vicino ai modelli di Monaco di Baviera.
Un abito decisamente racing
Il body kit dell'auto è minimalista, poche le modifiche effettuate: l'impostazione stilistica non è stata stravolta, solo i nuovi cerchi da 19" a cinque razze sdoppiate disponibili, a richiesta, in rifinitura antracite o bicolore "AC1 BiColor" e uno splitter anteriore trovano posto sulla Mini. Un abito in perfetto stile racing che ben si sposa con le modifiche meccaniche effettuate, vero cuore dell'evoluzione. Le sospensioni sono state ribassate, ora il corpo macchina è meno distante da terra di circa 30 mm mentre i nuovi terminali disponibili sia nella versione cromata che in nero completano il sistema di scarico, dotato anche di elettrovalvola per il controllo del flusso dei gas di scarico e del sound.
34 Cv in più rispetto all'originale
Gli sforzi di Schnitzer si sono concentrati anche sul motore: il 2.0 litri da 4 cilindri è stato dotato di un turbo maggiorato che, insieme alla rimappatura della centralina, portano a 265 i cavalli totali, 34 in più rispetto al modello originale. Adesso la Mini John Cooper Works accelera da 0 a 100 km/h in 6,2 secondi, un bel risultato per una vettura considerata stradale.