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MotoGP, alette nella carena Yamaha come da regolamento: ecco perché

La soluzione aerodinamica consentita anche se il regolamento tecnico dice ‘no ai rigonfiamenti’. Il direttore tecnico Aldridge: “La carena ha una curva continua, con un raggio simile dall’alto verso il basso. Era quello che ci attendevamo dai costruttori, sorpreso che la Yamaha l’abbia mostrata così presto”.
A cura di Valeria Aiello
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La GP Commission aveva cercato di chiudere ogni scappatoia, riformulando il regolamento che dal 2017 vieta l’uso di alette aerodinamiche, ma nei test di Sepang della scorsa settimana, sulle Yamaha di Valentino Rossi e Maverick Vinales aveva debuttato una prima soluzione per aggirare il divieto: nella parte interna della carena delle M1 erano comparse due piccole alette che ci si attende verranno adottate anche dagli altri costruttori prima della gara inaugurale, il Gp del Qatar, il prossimo 26 marzo.

Particolare della Yamaha di Valentino Rossi che mostra due alette aerodinamiche nascoste all'interno della carena / GettyImages
Particolare della Yamaha di Valentino Rossi che mostra due alette aerodinamiche nascoste all'interno della carena / GettyImages

Il direttore tecnico della MotoGP, Danny Aldridge, è il solo a giudicare se le nuove carene sono conformi alle nuove specifiche tecniche che vietano l’uso di “dispositivi o forme sporgenti dalla carenatura e non integrate nel corpo aerodinamico (ad esempio ali, alette, rigonfiamenti, etc.) che possano fornire un effetto aerodinamico”. A chiarire i criteri per cui una carena è considerata consentita o meno è lo stesso Alridge che a Crash.net ha spiegato i motivi per cui la soluzione aerodinamica sviluppata dalla Yamaha è legale.

Quando abbiamo discusso le nuove regole per quest'anno, avevamo due opzioni principali – spiega Aldridge – La prima è stata quella di essere molto severi, molto limitati,con dimensioni della carenatura, per cui probabilmente avremmo finito per avere moto che sembravano tutte uguali, cosa che non volevamo e che i costruttori non volevano. Così abbiamo scelto la seconda opzione, che era quella di applicare il regolamento molto liberamente, dandomi la possibilità di valutare ciò che è giusto da ciò che non lo è.

Per utilizzare l'esempio Yamaha – prosegue – la carena è consentita anche se le regole dicono ‘no ai rigonfiamenti' perché la curva è continua, con un raggio simile dall'alto verso il basso. Non c'è alcuna reale variazione dell'angolo di curva, perfetta in termini di sicurezza. E per tutti non c’è stato nessun problema. Quello che non vogliamo sono parti che sporgano con angoli a 90° o con eventuali improvvisi cambiamenti di raggio.

Ciò che abbiamo visto sulla Yamaha è quello che ci aspettavamo accadesse. Il regolamento è stato ovviamente concordato con la Msma e tra di noi ed è stato scritto in modo che, a grandi linee, i costruttori avrebbero potuto adottare diverse soluzioni aerodinamiche all’interno della carena, il che permette loro di sviluppare il genere di cose che abbiamo visto sulla Yamaha.

Sono stato sorpreso che la Yamaha abbia mostrato la nuova carena così presto – aggiunge – Ovviamente, ne avevamo già discusso, da Valencia e già prima, quindi sapevo cosa sarebbe successo. Ne abbiamo discusso per un po’ e sono contento che il nuovo disegno sia conforme alla specifiche del regolamento. Sono solo personalmente sorpreso che la Yamaha l’abbia svelato così presto, ma ovviamente hanno bisogno di testarlo ed essendo stati i primi, possono ottenere più dati rispetto agli altri.

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