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MotoGp, allarme Valentino Rossi: realtà o pretattica?

Ancora un test difficile per il pesarese che lascia il Qatar con un grosso punto interrogativo e la consapevolezza di avere al box un inquilino scomodo come Vinales. “Vorrei dire che ho fatto pretattica, ma…”.
A cura di Valeria Aiello
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Il secondo tempo nei test di sabato ha lasciato intendere che una soluzione c’è. Le difficoltà di domenica hanno invece spazzato via le poche certezze su quella soluzione “estrema” studiata dalla Yamaha per risolvere i problemi di feeling con l’anteriore che lo hanno portato anche alla caduta. Di certo c’è che Valentino Rossi lascia Losail con un grosso punto interrogativo. “Non abbiamo ancora capito cosa ci serve per far andare forte la moto” ha detto, con la calma di chi è abituato a situazioni del genere.

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Eppure, sulla M1 gemella, Maverick Vinales ha fatto un pre-campionato praticamente perfetto. Costante nel rendimento in ogni situazione e su qualsiasi pista: da Valencia a Sepang, da Phillip Island a Losail. Dal primo giorno che è salito in sella alla Yamaha, ‘Top Gun’ Vinales è andato forte in qualsiasi condizione, determinato a migliorare e non ancora contento. “Nel giro secco avrei potuto fare meglio, se solo non avessi trovato traffico”. Quello stesso traffico in cui è incappato anche il Dottore, in quel giro che gli avrebbe permesso di guadagnare qualche decimo, se non si fosse imbattuto proprio in Vinales. Peccato però che quello fosse “l’unico giro che Maverick ha fatto piano”. “Sarebbe stato comunque difficile ripetere l’1’54.7” aggiunge, certo che le diverse condizioni non gli avrebbero permesso di migliorare il tempo con cui ha chiuso 11° l’ultimo giorno di test. A fare un passo in avanti anche l’ex compagno di squadra, Jorge Lorenzo, che in Qatar si è trovato decisamente meglio che in Malesia e Australia. “Diciamo che sono al 70% del mio potenziale sulla Ducati” spiega, sognando l’impresa non riuscita al Dottore.

C’è anche chi, tra le soluzioni, ha buttato lì l’ipotesi di tornare alla Yamaha in versione 2016 ma “a questo punto non facciamo più in tempo”. Rossi continua con la moto 2017 che “a volte va meglio” ma con cui “spesso” è in difficoltà. Chissà se dopo un inverno trascorso tra allenamenti al Ranch e in palestra, si aspettava di dover sostituire la fatica fisica a quella mentale del risolvere un rebus di difficile interpretazione. Sulla carta la nuova Yamaha è una buona moto, efficace sia sul giro secco che sul passo, la migliore in pista quando è nelle mani di Vinales, coinquilino scomodo al box che ormai non è più una sorpresa.

Resta la strategia: il dubbio è che Rossi stia giocando a carte coperte. Che quanto visto, detto e manifestato durante l’intero pre-campionato sia un modo per nascondere il reale livello di competitività. Un gioco di astuzia, di quelli che in passato hanno regalato stravolgimenti dell’ultim’ora. Ed è proprio Rossi ad affrontare la questione.

Potrei dire che sto facendo pretattica, che mi sono nascosto ma in realtà, in questo momento, non abbiamo una soluzione”.

Parole che, in verità, la dicono lunga sulle difficoltà del nove volte iridato. ”Spero in un miracolo” ironizza, stoppando con l’aiuto divino le troppe domande. “Ci confronteremo, guarderemo i dati e cercheremo di capire meglio come fare”.

Ma come fare, questa volta, anche per Vale, sembra essere più complicato che mai.

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