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MotoGP, cinque cose da tenere d’occhio nel 2017

Cosa non perdere di vista nella prossima stagione.
A cura di Valeria Aiello
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Quella del 2016 è stata una stagione incredibile per la MotoGp, per il record di nove vincitori diversi, per i quattro piloti che hanno colto la loro prima vittoria in top class, per le lotte spettacolari, i duelli da cineteca e i colpi di scena, ma anche per le rotture improvvise, gli errori clamorosi e le scivolate senza preavviso che hanno fatto il bello e il cattivo tempo dell’ultimo mondiale. Una stagione senza precedenti che ha visto il mercato piloti muoversi in anticipo, a partire dalla decisione di Valentino Rossi di rinnovare per altri due anni il contratto con la Yamaha mentre sul tavolo di Jorge Lorenzo l’offerta della Ducati avrebbe convinto il maiorchino a lasciare una M1 alla quale aveva giurato amore eterno. La decisione di Lorenzo ha fatto scattare un domino che nel 2017 vedrà più della metà dei 23 piloti in griglia difendere i colori di una nuova squadra, compresi i quattro esordienti che affronteranno il salto dalla Moto2. Sullo sfondo, un calendario di 18 Gran Premi pressoché simile a quello della stagione conclusa ma che, con i volti noti in nuovi team, si preannuncia particolarmente intrigante.

Lorenzo in Ducati

Non ci sono dubbi, sarà la storia chiave della prossima stagione. La factory di Borgo Panigale ha ingaggiato uno dei piloti più talentuosi di sempre per tornare ai fasti dell'era Stoner e Lorenzo ha tutta la motivazione di riuscire nell’impresa dove Rossi ha fallito: el Martillo è un campione veloce ed esperto, un pilota che può offrire una grande solidità al progetto Ducati, un attaccante, per dirla in gergo calcistico, con Dovizioso indispensabile centrocampista. Certo, non sarà una passeggiata, perché per il maiorchino sarà la prima volta su una moto diversa dalla Yamaha in top class. Una belva Rossa che non si farà domare facilmente così come non sarà semplice per gli uomini del team lavorare con un pilota che – non me ne voglia – spesso appare incontentabile, a tratti lunatico e scontroso. Detto questo, sarà compito dell’ing. Gigi Dall’Igna fornire a Lorenzo una moto competitiva e pronta a dimostrare di essere in grado di lottare per la vittoria.

La rivalità Rossi-Vinales

Con l’addio di Lorenzo, anche per la Yamaha inizia una nuova era: l’ingaggio di Maverick Vinales ha messo tutti d’accordo per il semplice fatto che lo spagnolo è uno dei giovani più veloci e la M1 uno dei migliori prototipi con cui il 21enne catalano – compirà 22 anni il prossimo 12 gennaio – ha già dimostrato di essere particolarmente a proprio agio nei primi test di Valencia e Sepang. Da testare, invece, sarà il rapporto dello spagnolo con Valentino Rossi: per il ‘Top Gun’ della MotoGp non sarà facile dividere il box e gli stessi colori di un campione del calibro del Dottore di cui sarà impossibile eguagliare carisma e lo status di stella delle due ruote. Un confronto diretto con la leggenda della MotoGP nel quale dovrà dimostrare di essere intelligente ma anche disposto a imparare, al di là della sua innegabile velocità e forza d’animo che ha mostrato in più di un’occasione.

Iannone in Suzuki

Nei quattro anni in Ducati, gli ultimi due da pilota del team ufficiale, è diventato uno dei top rider del mondiale ma quello della MotoGp è un mondo dove il lavoro viene prima dei sentimenti: così il pilota di Vasto, terminata la stagione in sella alla Desmosedici, si è buttato anima e corpo nella nuova realtà. Per il Maniac del Motomondiale il primo approccio con la Suzuki era arrivato nei test di Valencia dove il feeling con la moto era stato buono fin dai primi giri, serviti per prendere confidenza con una GSX-RR che, nei test di Jerez, ha iniziato a cucirsi addosso, indirizzando lo sviluppo secondo la sua esperienza e le sue esigenze. L’attenzione riservatagli dagli ingegneri lo ha sorpreso. Toccherà ora all’abruzzese impressionare.

Il debutto della KTM

Dopo l’esordio in gara a Valencia, il team MotoGp della KTM farà il suo debutto ufficiale nella gara inaugurale del Qatar, sotto i riflettori del circuito di Losail, il prossimo 26 marzo. La nuova RC16 prima “svezzata” dal tedesco Alex Hofmann e poi seguita dal finlandese Mika Kallio, sarà affidata a Bradley Smith e Pol Espargarò che in coppia hanno salutato la Yamaha Tech3 per abbracciare la sfida della casa austriaca. Il prototipo sarà l’unico in griglia a utilizzare il telaio a traliccio in tubi d’acciaio: una soluzione tecnica già utilizzata con successo in Moto3 dove le moto di Mattighofen si sono mostrate particolarmente competitive. Quanto al propulsore, la KTM ha sviluppato un inedito V4 a 90° in grado di erogare oltre 250 cv e caratterizzato da distribuzione con valvole pneumatiche e cambio seamless.

La nuova Honda di Marquez e Pedrosa

Ultimo aspetto da tenere d’occhio, non certo per importanza, sarà il nuovo prototipo con cui i piloti HRC affronteranno la nuova stagione: nei test invernali dello scorso anno, Marc Marquez e Dani Pedrosa erano particolarmente in difficoltà rispetto ai principali rivali: le nuove gomme Michelin, il nuovo software unificato e il nuovo motore – con albero motore contro-rotante – erano un carico di novità che la Honda non era riuscita a metabolizzare tutte insieme. Gli aggiornamenti arrivati durante la stagione erano però riusciti a risolvere i problemi e dopo la pausa estiva le prestazioni delle RC213V di Marquez, Pedrosa ma anche di Cal Crutchlow erano migliorate tanto che nella seconda parte di stagione sono state proprio le Honda ad aggiudicarsi il maggior numero di Gp e lo stesso Marquez avrebbe vinto il titolo di campione del mondo con tre gare di anticipo. Inutile dire che una corsa ai ripari non verrebbe tollerata per una seconda volta e in tal senso gli ingegneri della casa Alata hanno lavorato incessantemente per sviluppare il nuovo prototipo, tanto che HRC ha cancellato gli ultimi test a Jerez perché i precedenti test di Valencia erano stati sufficienti a verificare tutte le novità a disposizione. Qualora la Honda dovesse fornire una moto altamente performante fin dall’inizio, la prossima potrebbe diventare una stagione molto difficile per gli avversari.

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