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MotoGp, ecco perché Rossi può ancora vincere il Mondiale

Il dottore ha solo 24 punti di ritardo dal leader del Mondiale, Marc Marquez: il titolo è ancora in ballo, ecco perchè questo potrebbe essere l’anno giusto per Rossi.
A cura di Matteo Vana
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Valentino Rossi
Valentino Rossi

Diventare campione del mondo a 37 anni: è questa la missione di Valentino Rossi. Un'impresa che sembrava impossibile, ma il pilota italiano sta sovvertendo i pronostici dimostrando di poter stare ancora con i grandi. I rivali si chiamano Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Dani Pedrosa, ai quali vanno aggiunti gli outsider come Andrea Dovizioso. Piloti con 10 anni in meno sulle spalle; una generazione praticamente, ma il Dottore non vuole ancora abdicare. "Avevamo una strategia per la qualifica ma purtroppo abbiamo sbagliato, ci è andata male, e sono rimasto incasinato nel traffico" ha spiegato così Rossi la terza fila da cui partirà oggi, sul circuito di Le Mans. Servirà una grande gara, ma ecco perchè il campione della Yamaha può ancora sperare nel Mondiale.

Alla ricerca della Decima

La motivazione è uno degli elementi che ha sempre contraddistinto Valentino Rossi. La ricerca di nuove sfide, la capacità di spostare l'asticella sempre un pezzetto più in alto, la voglia di migliorarsi continuamente. Quello che è successo l'anno scorso con Marquez ha lasciato il segno, Rossi vuole riprendersi quanto gli è stato tolto. La conquista del decimo Mondiale sarebbe la ciliegina sulla torta ad una carriera già leggendaria: per questo il pilota italiano si è presentato tirato a lucido già dai test invernali. L'ultimo Gran Premio, poi, ha dimostrato al mondo come la voglia di rivalsa sia una vera e propria scarica elettrica per il Dottore. La sconfitta brucia, soprattutto per chi non è abituato a conoscerla.

L'equilibrio regna sovrano

In cinque per un posto: l'inizio del Mondiale 2016 ha chiarito che, soprattutto quest'anno, vincerà chi sbaglierà meno. Le prime gare sono state all'insegna dell'equilibrio: nei primi 4Gp, solo Marquez è riuscito a vincere due gare, finendo sul gradino più basso del podio nelle altre occasioni. Il pilota spagnolo è anche l'unico dei big ad aver finito sempre la gara. E' proprio questo equilibrio che alimenta le speranze di titolo di Rossi. Tutti i contendenti si rosicchiano punti a vicenda, un terzo o un quarto posto nella giornata sbagliata alla fine della stagione potrebbero fare veramente la differenza. Un terreno ideale per il campione di Tavullia che, soprattutto quando la posta in palio è alta e il margine di errore ridotto, si esalta.

L'età non conta

Una delle incognite di inizio stagione era l'età del Dottore. La domanda che tutti, dai semplici appassionati agli addetti ai lavori, si facevano era: riuscirà Valentino ad essere competitivo contro campioni affamati che hanno mediamente 10/15 anni in meno di lui? La risposta l'ha data, a suon di prestazioni, il diretto interessato: un quarto posto in Qatar, un secondo in Argentina e la vittoria a Jerez, in casa degli spagnoli Marquez e Lorenzo, a sancire il terzo posto provvisorio nel Mondiale con 24 punti di ritardo sullo spagnolo della Honda. Senza contare la caduta nel Gran Premio delle Americhe, che avrebbe migliorato una classifica già soddisfacente. Se da una parte non sarà brillante dal punto di vista fisico come i suoi avversari, Rossi può contare sull'esperienza, sull'abitudine a disputare gare che mettono in palio punti pesanti, cosa che, eccezion fatta per Lorenzo, non possono dire di avere i suoi avversari.

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