1.038 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

MotoGp, figli d’arte: la top five delle coppie papà-figlio oggi nel Motomondiale

In alcuni casi il padre era un campionissimo. In altri, il figlio ha superato la fama del genitore. Avere un papà ex pilota è un aiuto ma anche una pressione per i più giovani, come per Remy Gardner, figlio dell’iridato Wayne, al quinto posto di questa speciale classifica dedicata alle cinque migliori coppie attualmente impegnate nel mondiale.
A cura di Valeria Aiello
1.038 CONDIVISIONI
Graziano e Valentino Rossi
Graziano e Valentino Rossi

Il titolo di campione del mondo vinto da Nico Rosberg ad Abu Dhabi ha nuovamente portato sotto i riflettori un figlio d’arte, l’erede di Keke Rosberg, iridato nel 1982 con la Williams. Non certo il primo caso di figli che sulle orme del padre diventano piloti di successo, un fenomeno diffuso nell’automobilismo e in molti altri sport. Se si pensa alla F1, vengono in mente i casi di Graham e Damon Hill, entrambi iridati, oppure di Jos e Max Verstappen o di Gill e Jacques Villeneuve. Legati dalle quattro ruote anche il re del Rally Sainz, e suo figlio, Carlos Jr. Nel motociclismo, tra i figli d’arte, non si può non pensare a Valentino Rossi, figlio di Graziano, ma anche a Kenny Roberts Jr, figlio del mitico KR, o a Pablo e Angel Nieto. Primo dei figli d’arte di successo è Stuart Graham, che vinse la gara 50 al TT nel 1967, quattordici anni dopo la scomparsa del padre, Leslie Graham, primo campione del mondo della classe 500 (1949), al Senior TT del 1953. Tra gli ultimi arrivati, invece, Remy Gardner, figlio del grande Wayne, e Nicolò Bulega, figlio di Davide, ex pilota nel quarto di litro, certamente nella top five delle migliori coppie padre-figlio attualmente impegnate nel Motomondiale.

5. Wayne e Remy Gardner
Iridato nel 1987 con sette vittorie e un bottino di 178 punti: Wayne Gadner aveva colto i primi risultati già da dilettante, vincendo nel 1979, 1980 e 1982 tre edizioni della “sei ore Castrol” oltre al campionato australiano classe 750 e il campionato giovanile Superbike nel 1983. Il debutto nel Motomondiale era arrivato in quello stesso anno, con una Honda in classe 500: da allora, in 100 gare disputate, Wayne ha ottenuto 18 vittorie e 51 podi, vincendo anche la 8 Ore di Suzuka, nel 1985, 1986, 1991 e 1992. Un’eredità pesante per il 18enne Remy, approdato in Moto3 nel 2015: in 33 gare disputate ad oggi, il figlio di Wayne ha colto 15 punti iridati, cogliendo come miglior risultato il 12° posto al Gp di Germania del 2016.

Wayne Gardner e suo figlio Remy
Wayne Gardner e suo figlio Remy

4. Davide e Nicolò Bulega
Nicolò Bulega ha iniziato a seguire le orme padre e del nonno Bruno “ancora prima di camminare”. All’età di tre anni ha provato con i go-kart poi, l’anno seguente, con le minimoto, trovando la sua vera passione. Suo papà aveva già vinto il campionato italiano Sport Production e l’europeo della 250 Gp, mentre nel Motomondiale aveva esordito nel 1993 in classe 250. La sua migliore stagione nel quarto di litro è quella del 1996, chiusa al 24° posto con 14 punti. Un bottino che Nicolò ha già abbondantemente oltrepassato alla sua prima stagione completa in Moto3: portacolori dello Sky Racing team Vr46 e pilota della Vr46 Academy, nel 2016 Nicolò ha ottenuto la sua prima pole position (Jerez) e due podi (2° a Jerez e 3° in Giappone), chiudendo la stagione al 7° posto con 129 punti all’attivo, 133 in carriera con i 4 punti della wild card a Valencia lo scorso anno.

Davide Bulega insieme al figlio Nicolò
Davide Bulega insieme al figlio Nicolò

3. Igor e Niccolò Antonelli
Pilota professionista come il padre. Anzi, meglio di papà. Nel Motomondiale, solo quattro partenze per Igor Antonelli, tre in 125cc e una in 250cc. Sedici, invece, le gare disputate in Superbike, nel 2000, e un punto iridato in sella alla Kawasaki ZX-7RR del team Bertocchi. Per Niccolò, il debutto in Moto3 è arrivato nel 2012, con il team Gresini Racing, con cui ha corso le prime tre stagioni. Dal 2015 con il team Ongetta-Rivacold, Niccolò ha vinto il suo primo Gp in carriera a Brno, partendo dalla pole. In 86 gare disputate, Antonelli ha vinto 3 Gp, salendo cinque volte sul podio.

Igor Antonelli abbraccia suo figlio Niccolò dopo la prima pole in carriera
Igor Antonelli abbraccia suo figlio Niccolò dopo la prima pole in carriera

2. Helmut e Stefan Bradl
Iniziare con le moto e avere un papà pilota del Motomondiale è certamente un aiuto ma, d’altra parte, la pressione dello scomodo confronto è tanta perché “tutti cercano di fare paragoni”. È il caso di Stefan Bradl, anche se la sua passione per le corse è sbocciata più tardi del solito: da bambino, Stefan preferiva il calcio e solo dopo i 12 anni era arrivato l’interesse per le moto. “Ho detto a mio padre che avrei voluto andare in pista – ricorda il pilota tedesco della sua prima volta – ho girato e non ero troppo felice. Ma la passione era grande e questo primo intoppo non mi ha fermato. Ho capito di avere talento e ho fatto la Rookies Cup tedesca nel 2003”. Da allora, Stefan ha dovuto fare i conti con i risultati ottenuti dal padre che in 84 Gp disputati in 250cc ha vinto 5 gare salendo 21 volte sul podio: nel Motomondiale, il figlio di Helmut ha fatto meglio, vincendo 7 gare, 5 in Moto2 e 2 in 125cc, e cogliendo il titolo di campione del mondo in Moto2 nel 2011.

Stefan Bradl festeggia con suo papà Helmut il titolo in Moto2
Stefan Bradl festeggia con suo papà Helmut il titolo in Moto2

1. Graziano e Valentino Rossi
La passione per il motociclismo si tramanda di padre in figlio, anche se papà Graziano avrebbe voluto indirizzare Valentino verso le quattro ruote. “Nella sua carriera aveva fatto un sacco di incidenti, si era fatto male, tanto da essere costretto a lasciare le gare di moto per quelle di auto” racconta nella sua biografia il pesarese. Graziano, maestro elementare, aveva esordito nel Motomondiale alla fine degli anni ’70, vincendo con la Morbidelli 3 gare in classe 250 nel 1979 (Jugoslavia, Olanda e Svezia) e cogliendo 5 podi. Proprio questa la migliore stagione di babbo Graziano che chiuse il mondiale del quarto di litro al terzo posto. In 500, invece, salì due volte sul podio. L’incidente del 1982 nella gara di Imola del campionato velocità della classe 500 mise fine alla carriera sulle due ruote, che, dopo la riabilitazione, abbandonò per i rally. All’epoca Valentino aveva tre anni e, da Urbino, insieme alla famiglia, si era già trasferito nella casa di Tavullia. Vicino c’era un parcheggio asfaltato ed è stato lì che Valentino ha iniziato a fare i primi traversi. Prima i go kart, poi le minimoto, a 13 anni l’esordio nel campionato Sport Production. Nel 1996 il salto nella classe 125 del Motomondiale in sella all’Apriila: da allora, tra le tre classi, il Dottore ha colto nove titoli mondiali: due nelle classi minori (nel 1997 in 125cc, nel 1999 in 250cc) e sette in 500/MotoGp, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2008 e 2009.

Valentino Rossi e suo papà Graziano
Valentino Rossi e suo papà Graziano
1.038 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views