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MotoGp, polemiche e ancora frecciatine: quanto veleno tra Rossi e Marquez?

A quasi un anno dall’incidente di Sepang, Valentino risponde ancora alle stesse domande sul mondiale perduto mentre lo spagnolo prova a restare fuori da un duello verbale che non perde occasione di alimentare.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi e Marc Marquez / Getty
Valentino Rossi e Marc Marquez / Getty

Valentino Rossi vs Marc Marquez, Marc Marquez vs Valentino Rossi. Se poi si aggiungono anche le diverse accuse di Jorge Lorenzo, ecco il polverone delle polemiche che spazza in lungo e in largo il Circus del Motomondiale. Battute, insinuazioni e frecciatine che si rincorrono quasi fossero in pista al posto dei protagonisti della MotoGP che dalla passata stagione non hanno perso occasione per attaccare gli avversari a suon di “a dire la verità”, formula facile e comoda per vestire di buona fede attacchi diretti. A metterci una pezza, o meglio un bavaglio, ci aveva provato anche chi governa la MotoGp, correndo ai ripari dopo il fattaccio di Sepang 2015 – almeno fino ad oggi – di questo “spettacolo” dentro e fuori pista.

Cosa succede alla MotoGP? È passato quasi un anno dall’incidente di Sepang eppure non c’è conferenza o incontro con la stampa durante il quale non vengano trite e ritrite le stesse domande, su quando, dove, come e perché di calci mai dati, rapporti rotti, distrutti, frantumati da chiacchiere che lasciano il tempo che trovano se non fosse per la loro influenza sulla serenità e la concentrazione dei piloti stessi. Si chiedono sempre le stesse cose e le risposte si arricchiscono di intervista in intervista di sottili particolari per andare a colpire sempre più a fondo. Così dopo Misano, così dopo Aragon, così da inizio stagione, con l’eccezione di Barcellona e quella mano tesa di Valentino Rossi che prova a mettere un punto a una storia che però pare infinita. E come un disco che suona sempre la stessa musica si riparte dalle ultime tre gare della passata stagione, da un Dottore che dopo Valencia era “pieno di rabbia difficile da trasformare in energia positiva”, dal “titolo rubato” alle accuse di “biscottone” servito dai due spagnoli, da corsi e ricorsi per penalizzazioni inflitte in certe occasioni e non in altre, dai cambiamenti di regolamento e patente a punti dopo il caso Rossi, fino all’inasprimento di sanzioni e multe pecuniarie per chi esagera in pista e mostra il dito medio all’avversario. #tantaroba

Il duello verbale. Marquez predica bene quando dice che “se non partecipi al gioco il gioco non c’è”. E ha ragione, perché inutile è farsi trascinare in duelli verbali quando si stanno per mettere le mani sul terzo titolo mondiale in MotoGp ma, ad ogni modo, el Cabroncito non perde occasione di impreziosire la sua nuova massima di particolari per continuare ad alimentare il duello. Bisogna restare concentrati ma non si può dire certo di essere “sorpresi” dal fatto che Valentino sia tornato a parlare nuovamente della passata stagione, quando il pesarese ripete la stessa riposta all’intervistatore di turno. “Visto che siamo a fine stagione, credo si stia giocando le sue carte” aggiunge il 23enne di Cervera nell’ultima sua dichiarazione alla stampa iberica, assicurando che la sua guerra “è solo in pista”. Eppure i motori dei prototipi torneranno a rombare solo dalla prossima settimana, in Giappone, primo match point per il due volte iridato della Honda. Lui sente di avere “la coscienza a posto” ma probabilmente quella mano che dovrebbe passarsi sopra è troppo occupata a dare già gas.

Rossi aggressivo come Simoncelli. Troppo “aggressivo” secondo Lorenzo, “ordinario” secondo Marquez, “cattivo” all’occorrenza replica Rossi. Uno degli ultimi episodi che hanno fatto salire il livello della tensione in Yamaha è il sorpasso del Dottore ai danni del suo compagno di squadra e diretto avversario nel mondiale. Il pesarese ha “voluto dirglielo subito, in faccia” ma il maiorchino non cambia idea. “Ho rivisto il video e sono pienamente convinto della mia opinione”. Come Marquez, anche il direttore di gara, Mike Webb, ha dato ragione al nove volte iridato e la questione era stata archiviata come un diverbio tra i due. Non certo una novità, ma il precedente con Marco Simoncelli nel 2011, nella conferenza stampa di Estoril, in Portogallo, dovrebbe farci riflettere sulle conseguenze che certe accuse – nel caso dell’indimenticato Sic erano legate al suo stile di guida – benché archiviate con un po’ di ironia, possano avere nell’influenzare lo spontaneo approccio alle gare.

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