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MotoGp, Rossi-Capirossi show al Mugello 2006. Vale: “Quell’ultimo giro, non me lo ricordo”

Dieci anni dopo la battaglia tricolore risolta solo al 23° giro, il pesarese racconta: “Ci eravamo sorpassati almeno 15 volte, eravamo entrami senza fiato. Ma è una delle poche volte in carriera che non ricordo l’ultimo giro”. Il tre volte iridato: “Con lui non si sa mai, è facile perdere e non è per niente facile vincere”. Sui caschi speciali, il Dottore ammette: “Quello del faccione è stato uno dei più difficili, fino al mercoledì sera non avevamo un’idea”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi e Loris Capirossi sul podio del Mugello al Gp d'Italia del 2006 / Getty
Valentino Rossi e Loris Capirossi sul podio del Mugello al Gp d'Italia del 2006 / Getty

Il Mugello è la casa di Valentino Rossi. Ogni anno, negli ultimi 20 anni, il campione di Tavullia ha, in un modo o nell’altro, emozionato i tifosi, vincendo nove edizioni del Gp d’Italia tra le tre classi del Motomondiale, sette volte di fila in MotoGp, dal 2002 al 2008. Con lui, a duellare per la vittoria, rivali che furono, come Max Biaggi e Loris Capirossi, tra storiche triplette tricolore (2003 e 2005) e duelli di coppia, ma anche ex avversari, come Casey Stoner, e piloti ancora in pista, come Dani Pedrosa. Spettacolo puro senza troppe barriere, in un Mugello stracolmo di gente pronta ad applaudire lo show tricolore. “La cosa speciale del Mugello è il numero delle persone intorno al circuito che, in numeri, è la stessa di qualsiasi altro circuito, ma quando stai correndo, le senti molto, le senti molto più vicine” spiega il nove volte iridato nella seconda delle cinque puntate della web serie “Valentino Rossi: The Doctor” prodotta dallo sponsor Monster Energy, dedicata al Gp d’Italia. “Prima, molti anni fa, andavo in cima alla collina il venerdì sera, o il sabato notte, ed era l’inferno. La gente era totalmente ubriaca da tipo tre giorni, è come il Woodstock del MotoGP, Ora per me è impossibile” racconta. Poi un salto nel passato: “Nel ‘94 siamo venuti in scooter. Quando arrivi qui, è come un sogno. Pensi ‘forse un giorno correrò qui e avrò tutta questa folla intorno’. Ci speri ma non sai se mai succederà”.

Tutti i piloti amano questo circuito ma correre qui è veramente difficile, molto impegnativo fisicamente e soprattutto fa molta paura, perché è velocissimo – precisa Valentino – Ogni anno, appena arrivi, la pressione è pesantissima, ma è una pressione positiva”.

Al Mugello ho vinto tante volte, sette volte di fila e, molte volte, la motivazione fa la differenza. Sento più la gara”

È un circuito speciale, ma il prezzo da pagare è molto alto per i molti ospiti e le molte persone nel paddock. Penso che il Mugello, in questo senso, sia uno dei peggiori circuiti del mondo – ride Rossi – Quando esci succede di tutto, la gente che ti dà in braccio il bambino, per le foto, provano a prenderti il cappellino… È una lotta, anche fuori dal tracciato”

Rossi-Capirossi, che show al Mugello 2006

Tra le diverse imprese e sorpassi da pelle d’oca, una gara più delle altre evoca emozioni, in bilico fino all’ultimo giro. Era il 2006 e a lottare davanti a quasi 90.000 spettatori, tra cui c’era anche Michael Schumacher, erano Rossi e Capirossi, scattati insieme dalla prima fila alle spalle del poleman Sete Gibernau.

Ho lottato molte volte con Capirossi, ma il Mugello 2006 è stata una delle pochissime volte nella mia carriera che non mi ricordo l’ultimo giro – ammette Rossi, dieci anni dopo quella battaglia- Eravamo entrambi senza fiato perché ci eravamo sorpassati almeno 15 volte, e dal quel momento non so cosa sia successo”.

Rossi vinse la gara all’ultimo giro, Capirossi chiuse secondo al traguardo, agganciando Nicky Hayden in testa al mondiale.

Molte, molte volte al Mugello ho lottato con Valentino – aggiunge Capirossi – Quella volta nel 2006 è stato un weekend speciale per noi, all’inizio ho provato a superarlo e a prendere del vantaggio, ma Valentino era sempre lì”.

Abbiamo lottato moltissimo negli ultimi due giri, molti sorpassi e alla fine ha vinto lui. Con Valentino non si sa mai, è facile perdere e non è per niente facile vincere.

L'infortunio del 2010

Negli anni, il Mugello è stato altalenante per Rossi, a partire dal 2009, quando era Stoner in sella alla Ducati a spezzare il suo filotto di vittorie consecutive. L’anno successivo, il pesarese fu invece vittima del primo serio infortunio della sua carriera, che lo avrebbe tenuto lontano dalla pista per tre Gran Premi.

La caduta del 2010? È stata un’esperienza terribile, molto dolorosa, ma dopo mi sono ripreso con una forte energia, e questo è stato molto importante per tornare a gareggiare presto”.

Il casco con il "faccione"? Il più difficile di tutti

Infine i caschi del Mugello, una tradizione che anche quest’anno il pesarese ha mantenuto viva, sfoggiando una grafica speciale, ideate come sempre insieme al designer Aldo Drudi. Così dopo l’energia dei tifosi, la “pasta” del Dottore, la “Tarta” del Mugello e un lungo elenco di diavolerie, al Mugello 2016 il pesarese ha indossato il “Mugiallo”, ennesima trovata per il Gp d’Italia che, malgrado le premesse, non è però stato di buon auspicio al nove volte iridato, costretto ben presto a lasciare che a sfidarsi in pista fossero i due rivali spagnoli, Jorge Lorenzo e Marc Marquez, perché obbligato al ritiro dopo nove giri, per la catastrofica rottura del motore Yamaha. Indescrivibile la delusione celata da quel casco che, diceva Ayrton Senna, “nasconde sentimenti che non possono essere compresi”. E tra i tanti, uno in particolare per Vale è ancora il migliore.

Mi aveva spiegato la sensazione di correre al Mugello, su e giù per la collina, e parlando della Casanova Savelli che è la famosa curva ha fatto questa fantastica espressione e ho detto ‘wow, fermo!’ falla di nuovo’ e ho fatto una foto della sua faccia e ho detto, ‘Ok, questo è il casco’ – racconta Aldo Drudi, nel ricordare l’idea che portò al mitico “faccione”

Quello con la faccia penso sia il migliore e ha fatto la differenza – ammette Rossi – Quel casco è stato uno dei più difficili perché fino al mercoledì sera non avevamo un’idea.

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