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MotoGP, Rossi: “Yamaha difficile da guidare, dobbiamo ritrovare il feeling del 2016”

Il pilota italiano lancia l’allarme: “Mi rendo conto che il ritorno al passato non è mai piacevole, ma con il 2017 abbiamo perso quel vantaggio e ora dobbiamo ritrovarlo per essere competitivi con meno sforzi” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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Valentino Rossi - Getty Images
Valentino Rossi – Getty Images

La nuova stagione sembrava essere partita con il piede per Valentino Rossi. Nelle prime tre gare, infatti, il pilota della Yamaha aveva raccolto altrettanti podi che lo avevano proiettato in testa alla classifica del mondiale; poi, però, l'italiano non è più riuscito a replicare gli stessi risultati finendo fuori a Le Mans e concludendo al massimo al 4° posto.

Un passo indietro rispetto al 2016

Una involuzione, quella del Dottore, figlia del mancato feeling con la M1 in versione 2017. Il rapporto con la nuova moto sembra essere più complicato del previsto, i punti di forza che lo avevano portato a sfiorare il titolo nella passata stagione, ossia la velocità in curva e la capacità di staccare al limite, non appartengono alla nuova creatura della casa di Iwata.

Vinales con questa moto era molto competitivo, infatti, ad inizio stagione ha praticamente vinto tutto. Era veloce e competitivo e sembrava naturale pensare che questa era la direzione giusta da seguire. Mi rendo conto che il ritorno al passato non è mai piacevole – ha dichiarato ai microfoni di SportRider –  ma dobbiamo trovare le sensazioni del 2016. Il punto forte della Yamaha è sempre stata la staccata e la velocità in curva ed è anche il mio forte. Con il 2017 abbiamo perso quel vantaggio e ora dobbiamo ritrovarlo per essere competitivi con meno sforzi. Sin dal primo test con la moto del 2017 ho capito che era più difficile da guidare. Facciamo più fatica in curva e questo stressa di più le gomme.

Un periodo non certo facile per Valentino Rossi, costretto a rincorrere il suo compagno di squadra Maverick Vinales, leader del mondiale e distante 28 punti, e sorpassato da Dovizioso, Marquez e Pedrosa. Serve una vittoria per riaccorciare le distanze dai piloti che lo precedono, Assen potrebbe essere la pista giusta a patto che il numero 46 ritrovi il feeling smarrito con la sua M1: il campionato mondiale è ancora aperto, il sogno del decimo titolo, quello che lo farebbe entrare ancor di più nella leggenda, è vivo ma serve un'inversione di tendenza per non rovinare quanto di buono messo in mostra nelle prime gare.

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