MotoGp, Stoner contro l’elettronica: “Ormai basta spalancare il gas, non c’è più finezza”
Il suo ritorno in in un Gran Premio di MotoGp aveva acceso le fantasie degli appassionati, ma Casey Stoner, almeno per ora, non ne vuole sapere: l'australiano si limita a fare da collaudatore alla Ducati, lo smalto è sempre lo stesso come dimostrato anche negli ultimi test che lo hanno visto tra i protagonisti.
Tutta colpa dell'elettronica
Molto è cambiato da quando Stoner dominava sulle piste di mezzo mondo, adesso una parte importante nel mondo delle due ruote la gioca l'elettronica. Nonostante la federazione abbia imposto un netto passo indietro imponendo un software unico a tutte le case, che sulla carta è molto più semplice rispetto a quelli factory che venivano utilizzati fino al 2015 per l'australiano non si è ancora fatto abbastanza.
"L'elettronica è il motivo per cui in MotoGP i tempi sul giro sono così vicini in qualifica dove tutti devono frenare tardi, far girare la moto e spalancare il gas, lasciando che l'elettronica faccia il resto. Non c'è più finezza" ha sentenziato Stoner sulle colonne di Australian Motor Cycle News.
Tutta colpa dell'elettronica, almeno secondo Stoner, che in molti casi aiuta il pilota, ma appiattisce lo stile di guida e non fa emergere le particolarità di ogni singolo corridore, cosa che può fare la differenza.
"I piloti di solito utilizzano set up molto differenti per le loro moto. Ora però sono tutti indirizzati verso uno stile preciso. Nessuno può fare la differenza in uscita, si può sentire che tutti aprono il gas nello stesso punto della curva quindi possono solo cercare una grande frenata. Dipende tutto da chi frena più tardi e da chi è disposto a correre più rischi" ha concluso.