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MotoGP, Stoner contro la Honda: “Non mi hanno mai capito”

L’australiano ha messo in mostra la sua velocità nei test di Sepang ma chiude ad ogni possibile ritorno: “Sono veloce, ma non voglio tornare: non mi serve correre per ritrovare la passione”. Sulla Honda afferma: “Io volevo solo aiutare, ma nessuno ascoltava i miei consigli, neanche Suppo: se lo avesse fatto sarebbe stato tutto più facile”.
A cura di Vito Lamorte
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Casey Stoner è tornato. Il centauro australiano ha dimostrato di essere ancora veloce e nella prima sessione di test a Sepang è riuscito a tenere il passo dei big: il due volte campione del mondo ha chiuso la terza giornata al quinto posto, con un ritardo di un secondo e mezzo, piazzandosi davanti ai due piloti ufficiali. In una nota ufficiale Stoner ha commentato così la prestazione nei test: "Tutto sommato sono state giornate molto positive per noi, e io per primo sono sorpreso di essere riuscito a completare tre giorni di test. A livello fisico, per il momento mi sento a posto ma domani credo che risentirò della fatica! E’ stato un test positivo, non solo perché abbiamo lavorato bene sulla moto, ma anche perché sono riuscito subito a riprendere il ritmo… Sono molto contento di come sono andate le cose".

In un'intervista a La Gazzetta dello Sport Casey sottolinea il suo amore eterno verso la Ducati e si toglie qualche sassolino dalla scarpa nei confronti della Honda: "Io non avrei mai voluto andarmene da qui, la Ducati è dove mi ero immaginato di restare per sempre e finire la carriera. Poi le cose sono andate in un certo modo. Cosa non ha funzionato con HRC? I miei test non sembravano funzionare troppo, non usavano la mia capacità e io non ero lì per prendere un po’ di soldi, fare qualche giro e basta… Come se pensassero che volessi tornare a correre e creare problemi".

Alla fine non risparmia nemmeno Livio Suppo, Team Principal della casa giapponese: "Livio sembra capire sempre la mentalità di tutti i piloti, sa quello di cui hanno bisogno o che vogliono. Questo è quel che crede. Ma lui non mi ha mai capito, perché non mi ha mai ascoltato. Mi avesse ascoltato e creduto, tutto sarebbe stato facile. Invece lui pensa sempre che io cerchi chissà che, mentre l'unica cosa che volevo era aiutare. Non mi serve correre per trovare la passione, posso divertirmi con le mie moto lontano da qui. Sono semplicemente uno che sa quel che vuole e questa è la grande differenza rispetto ad altre persone. Ci sono piloti qui che cercano la gloria, vogliono vincere Mondiali o inseguono i soldi. Io sono forse davvero il primo che fa quello che vuole".

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