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MotoGp, team radio come in Formula 1? Rossi: “Sarebbe tutto più facile”

Valentino è l’unico davvero convinto dell’utilità delle comunicazioni radio: “Se ad Assen mi avessero detto che vantaggio avevo, non avrei preso quei rischi e avrei evitato l’errore”. Marquez riluttante: “Potrebbe essere pericoloso”. Crutchlow cita Raikkonen, Dovizioso convinto a metà.
A cura di Valeria Aiello
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La difficile interpretazione del Gp di Germania al Sachsenring ha aperto un dibattito sulla possibile introduzione delle comunicazioni radio in MotoGp. L’azzardo di montare le gomme slick anticipando il cambio moto quando l’asfalto non era ancora asciutto ha portato Marc Marquez a vincere una gara che nelle prime tornate, tra le difficoltà con le rain e anche un’escursione nella ghiaia della curva 8, sembrava presagire un vincitore diverso dopo sei anni di dominio. D’altra parte, i piloti al comando della corsa hanno ignorato l’ordine del muretto che chiedeva di rientrare al box per il cambio moto. Dovizioso, in testa alla corsa, ha addirittura ammesso di non aver fatto in tempo a leggere il cartello la prima volta: “Non sapevo cosa stesse succedendo, così ho continuato”.

Rossi: "Sarebbe tutto più facile"

Considerazioni che hanno sollevato l’ipotesi di una futura introduzione dei team radio in MotoGP, almeno nelle gare “flag to flag”. E se da un lato Marc Marquez sembra essere il meno favorevole, dall’altro Valentino Rossi è l’unico davvero convinto dell’utilità dei team radio.

Anche se questa non è la Formula 1, se avessimo modo di comunicare con i box sarebbe tutto più facile – ha argomentato Rossi dopo la gara.

Basta pensare ad Assen – prosegue – se mi avessero detto quanto vantaggio avevo, non mi sarei preso quei rischi ed avrei evitato l'errore.

Non so quale sia il motivo per cui non utilizziamo le radio, forse i costi, ma sarebbe importante – ha concluso.

Marquez riluttante, Dovi convinto a metà

Le comunicazioni con il muretto non sembrano però convincere gli altri big, specie Marquez.

Non mi vedo proprio ad avere qualcuno che mi parla mentre sono completamente piegato ad oltre 200 km/h – ha spiegato Marquez- Non è necessario se hai stabilito un buon piano per la gara. Con il team abbiamo lavorato a lungo su questa situazione dopo la gara del 2013 in Australia

Il riferimento di Marquez è alla gara di Phillip Island nella quale venne squalificato per aver percorso un giro in più rispetto a quelli previsti prima del cambio moto. Convinto a metà, invece, Andrea Dovizioso.

Probabilmente sarebbe più facile gestire tutto e potrebbe essere meglio per la sicurezza – ammette il pilota della Ducati – Avendo la possibilità di parlarne, le decisioni sulle strategie sarebbero migliori, ma il nostro sport è diverso dalla Formula 1, quindi penso che sarebbe meglio lasciare le cose così”

Crutchlow cita Raikkonen

A intervenire sulla questione, durante la conferenza stampa, anche Cal Crutchlow che aveva replicato alla domanda con una frase pronunciata da Kimi Raikkonen, quando l’Iceman della Ferrari che nel 2012 vestiva i colori del team Lotus, al Gp di Abu Dhabi zittiva il suo ingegnere con il famosissimo team radio “Leave me alone, I know what I'm doing”.

Non credo sia una buona idea, non saprei cosa dire a Lucio (Cecchinello, ndr) – ha detto Crutchlow – I miei messaggi suonerebbero simili a quelli di Raikkonen, immaginate cosa potrei dire”.

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