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MotoGp, Valentino Rossi: i cinque migliori momenti del 2016

Due le vittorie e dieci i podi collezionati nell’ultimo mondiale, tra rimonte stratosferiche e duelli da cineteca il cui bello sembra sempre che debba ancora venire. A Jerez la prima perla di un fine settimana da dominatore assoluto.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi bacia il trofeo sul gradino più alto del podio del Gp di Spagna 2016 / GettyImages
Valentino Rossi bacia il trofeo sul gradino più alto del podio del Gp di Spagna 2016 / GettyImages

Quello visto sulle piste del mondiale in quest’ultima stagione è stato il Valentino Rossi più forte e veloce delle ultimi anni, capace di continua evoluzione e pronto a lottare contro avversari agguerriti. Errori e sfortuna lo hanno tenuto lontano dal titolo iridato ma la piazza d’onore per il terzo anno di fila è tanta roba per quelli della sua età. Per il pesarese, il prossimo 16 febbraio saranno 38 primavere di cui 22 trascorse nel Motomondiale e con un biennale in tasca il Dottore non sembra avere alcuna intenzione di pensare al ritiro. “Correrò fino a quando sarò competitivo” ha più volte ribadito Rossi, campionissimo capace di collezionare vittorie e podi e di chiudere la stagione da primo inseguitore di Marc Marquez, rivale 14 anni più giovane come Marc Marquez, davanti a jorge Lorenzo, ormai ex compagno di marca.

La "fiesta" di Jerez

Pole, giro veloce e vittoria per Valentino Rossi a Jerez, al comando del Gp di Spagna dal primo all’ultimo giro: il riscatto da quel velenoso 2015 per il ‘dottore’ arriva alla fine di un weekend perfetto, prima vittoria stagionale in casa dei rivali spagnoli, da dominatore assoluto. “Una vittoria che dà gusto – spiegava il campione di Tavullia – Sul gradino più alto, tra Lorenzo e Marquez, ho goduto”.

La pole al Gp d'Italia

La pole sul circuito del Mugello gli mancava dal 2008, seconda partenza al palo del 2016 dopo quella di Jerez, prima casella al Gp d’Italia favorita dalla scia di Maverick Vinales che lo precedeva in pista. La circostanza non era sfuggita rivali spagnoli che avevano subito alluso di biscotto. “Dovrebbero almeno avere il pudore di non parlare, loro, di biscotto” replicava il pesarese che, sul tandem in qualifica, si era detto “fortunato” di essersi trovato dietro al suo futuro compagno di squadra.

La vittoria a Barcellona

Seconda vittoria stagionale, sempre in Spagna, capolavoro dalla pole del pesarese che a vincere in casa degli spagnoli ci ha preso gusto, a sette anni dalla sua ultima vittoria al Montmelò, epilogo di un weekend difficile per l’incidente che è costato la vita a Luis Salom e le tante polemiche spazzate via da una stretta di mano tanto attesa. 114esima perla in carriera infilata al penultimo giro, dopo un duello da cineteca contro un Marquez steso al tappeto da un ultimo affondo decisivo.

Lo shoei di Misano

“Lo avevo visto fare a Miller, mi ero ripromesso di copiarlo” spiegava il pesarese che sul secondo gradino del podio di Misano non aveva resistito allo shoei, il brindisi dalla scarpa della tradizione australiana, con cui il 21enne di Townsville ad Assen aveva festeggiato la sua prima vittoria in MotoGP. Un bevuta “niente male”, dopo una corsa durissima per il gran caldo, direttamente dallo stivale destro utilizzato in gara, davanti alle migliaia di tifosi sotto il podio.

La rimonta di Phillip Island

Da 15° a 2° al traguardo: una rimonta da manuale per il pesarese, la seconda miglior rimonta di sempre dopo quella dello scorso anno a Valencia, quando per la penalizzazione inflitta per il contatto con Marquez a Sepang, fu costretto a scattare dall’ultima casella, chiudendo ai piedi del podio. Quello in Australia è però il suo miglior secondo posto partendo più indietro: 13 pozioni recuperate da una difficile quinta fila rimediata in qualifica per aver mancato l’accesso alle Q2.

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