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MotoGP, Valentino Rossi spiega il gesto al parco chiuso di Silverstone

Il Dottore chiarisce quel dito alla gola dopo il Gp di Gran Bretagna.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi aveva ragione. Il timore che sulla distanza il degrado della gomma posteriore andasse a compromettere le battute finali della gara si è materializzato negli ultimi giri, quando è stato costretto ad alzare il ritmo dopo essere stato protagonista di una splendida fuga fin dallo spegnimento dei semafori. “Avevo cominciato a farci la bocca ma sapevo che sarebbe stata dura” è stata l’analisi del campione di Tavullia, superato senza appello prima da Andrea Dovizioso e poi da Maverick Vinales che lo hanno costretto ad accontentarsi del gradino più basso del podio dopo 17 giri al comando.

Il gesto di Valentino Rossi al parco chiuso / MotoGp,com
Il gesto di Valentino Rossi al parco chiuso / MotoGp,com

Il gesto al parco chiuso

Non posso non essere contento per un podio, anche se dopo una gara così un po’ dispiace” aveva aggiunto, senza perdere il sorriso, anche quando in sala stampa, per l’ennesima volta durante il weekend, qualche giornalista gli chiedeva se, oltre al calo gomme, centrasse anche la fatica di portarsi sulle spalle 38 anni suonati. Un ritornello che al Dottore è servito da spunto per chiarire quel gesto che a Silverstone non è sfuggito alla regia internazionale e che, negli istanti successivi alla gara, dalle tv di mezzo pianeta era rapidamente finito sul web.

https://www.instagram.com/p/BYVFgIvHNkU/

Parlando con i tecnici Yamaha, il campione di Tavullia ha portato il suo dito indice alla gola quasi a voler dire “ero impiccato”. Interpretazione confermata dal pesarese che, con al fianco la coppa del terzo posto, 226° podio di una carriera che ieri ha raggiunto la pietra miliare dei 300 GP e 190 podi in 500/MotoGP, ha chiarito il significato di quel gesto.

Ieri mi avete fatto più o meno la stessa domanda, che sono molto vecchio, comincio a pensare che siate un po’ invidiosi della mia condizione fisica – ride – Stavo bene, mi sentivo bene e ho guidato la moto nel modo migliore. Per me, ad esempio, è stato più difficile in Austria.

Dico così – aggiunge ripetendo il gesto fatto al parco chiuso – perché quando Maverick mi ha superato, negli ultimi due giri ho provato tutto quello che potevo fare, e due o tre volte sono arrivato in curva che non sapevo se sarei riuscito a fermarmi, purtroppo non è stato abbastanza. Ma oggi mi sono sentito bene.

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