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MotoGp, Valentino Rossi vs Marc Marquez: i ‘re’ della staccata a confronto

Stili di frenata agli antipodi per i due rivali: il pesarese potente e lineare, lo spagnolo più brusco e selvaggio. Dati Brembo alla mano, ecco come approcciano alla staccata due tra i più forti e carismatici campioni della classe regina.
A cura di Valeria Aiello
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Diversi ma altrettanto efficaci: parliamo di Valentino Rossi e Marc Marquez, due campioni straordinari, il primo con una carriera leggendaria alle spalle, il secondo con un futuro radioso. Tra loro, 14 anni di differenza e un solo obiettivo: vincere, perché sia Rossi che Marquez pensano solo a come fare per salire sul gradino più alto del podio. Insieme vantano 14 titoli mondiali, 9 per il pesarese di cui 7 in top class, 5 per lo spagnolo che nel 2016 ha portato a 3 il suo bottino in MotoGP. Due campioni diversi, per generazione, mentalità e stile di guida, dominatori del nuovo millennio del Motomondiale: dal 2013, anno di esordio di Marquez in top class, i due hanno dato vita a duelli che hanno riscritto la storia del motociclismo, tra manovre al limite e trattamenti riservati all’avversario: uno su tutti, il famigerato duello del Gp di Malesia 2015, sul circuito di Sepang, apice di una rivalità arrivata ai ferri corti e poi riportata sui binari della normalità con la stretta di mano di Barcellona, al termine del Gp d Catalunya 2016. Parlando invece di stile di guida, alle differenze visibili in tv si sommano quelle che risultano dai dati della telemetria: un utilizzo agli antipodi delle proprie capacità di guida che risulta anche da un differente uso dell’impianto frenante, rigorosamente Brembo per entrambi i piloti. Proprio i dati dell’azienda italiana a rivelare il differente approccio alla frenata dei due rivali.

Valentino Rossi e Marc Marquez / GettyImages
Valentino Rossi e Marc Marquez / GettyImages

Rossi più potente e lineare

Definito dai tecnici Brembo “un tester molto esigente nella messa a punto dell’impianto frenante”, Valentino Rossi privilegia una frenata molto potente ed efficace: il Dottore – che adotta Brembo già dalle classi 125 e 250 dove ha corso dal 1996 al 1999 – è solito recuperare metri importanti ai piloti che lo precedono proprio in staccata. Grazie alla sensibilità affinata dalla sua ultraventennale carriera, il campione di Tavullia frena sempre in modo lineare, mai brusco, preferendo controllare il rotolamento della ruota anteriore, onde evitare spiacevoli cadute. Non a caso, Rossi vanta il record di maggior numero di gare iridate consecutive: 230 dal 1996 al 2010, ovvero dal suo debutto nel Motomondiale alla caduta nelle prove libere del Gp d’Italia al Mugello, in cui si procurò la frattura scomposta di tibia e perone della gamba destra per la quale fu costretto a saltare 4 Gp.

Marquez più brusco e selvaggio

A differenza di Rossi, Marc Marquez predilige un approccio più brusco e più “selvaggio” alla staccata: el Cabroncito ricerca continuamente il limite e non teme le scivolate, tanto che nel 2015 incappò in ben tre cadute nelle prime sette gare , pagando complessivamente sei ritiri e altrettanti zero in classifica a fine stagione. Il suo stile di staccata prevede un minore utilizzo dell’impianto anteriore e in tal senso, la sua Honda è una delle poche MotoGp ad utilizzare dischi con un diametro minore (generalmente 320 millimetri) eccezione fatta per il round sulla pista di Motegi.

Rossi vs Marquez: approccio agli antipodi al freno posteriore

A contraddistinguere i due rivali, il differente approccio al freno posteriore: Rossi predilige la pulizia in percorrenza di curva, una delle caratteristiche distintive dello stile del pesarese: per controllare il beccheggio, Rossi utilizza l’acceleratore e il peso del corpo e raramente sfrutta il disco posteriore in curva. Marquez, invece, fa dello spostamento del busto e della testa all’interno di curva le sue armi per aprire il gas il più possibile: lo spagnolo corregge la traiettoria con il monodisco posteriore, conservando velocità in percorrenza e regalando spettacolo con il pattinamento dello pneumatico posteriore.

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