Multe autovelox: ricorsi più difficili con la contestazione differita
La Cassazione smentisce diverse sentenze e inaugura un orientamento più svantaggioso per gli automobilisti dal piede pesante. Per rendere valida la multa accertata con sistemi elettronici e non contestata immediatamente da oggi sarà sufficiente che nel verbale redatto dalle forze dell’ordine vengano richiamati gli estremi del decreto prefettizio che autorizza la contestazione differita.
Di norma la contestazione del verbale dovrebbe avvenire immediatamente, alla presenza del conducente, con l’obbligo per l’agente accertatore di bloccare l’auto e redigere il verbale. Tuttavia ciò non è sempre possibile, come elencato dal Codice della Strada art. 201 comma 1 bis, ad esempio nel caso del divieto di sosta in assenza del proprietario del veicolo o per l’impossibilità di fermare un’auto lanciata in autostrada e fotografata da un autovelox, autorizzando il Prefetto con apposito decreto a indicare le strade dove la contestazione immediata non è possibile perché l’arresto del veicolo potrebbe procurare rischi alla circolazione. Proprio su quest’ultimo aspetto si è espressa la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 331 del 13 gennaio 2015.
Fino a ieri molti Giudice di Pace hanno ritenuto nulli i verbali in cui si giustificava la mancata contestazione immediata che richiamava semplicemente l’ordinanza prefettizia, ritenendo che fosse necessario non solo indicare il decreto ma anche le motivazioni che rendevano impossibile fermare il veicolo. La Cassazione sconfessa definitivamente questo orientamento e stabilisce che affinché il verbale di contestazione sia valido è sufficiente che vengano richiamati gli estremi del decreto prefettizio autorizzativo della contestazione differita.
