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Opel, il governo tedesco indaga sui dati delle emissioni

L’esecutivo di Angela Merkel ha affidato alla Kba l’incarico di procedere con un’indagine tecnica su diversi modelli di auto in circolazione in Germania. La casa ha 14 giorni di tempo per fugare ogni dubbio.
A cura di Matteo Vana
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General Motors
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Lo scandalo Dieselgate, che già visto coinvolta la Volkswagen, rischia di avere ripercussioni anche su altre importanti case automobilistiche. Il governo tedesco, infatti, ha affidato all'agenzia federale per i trasporti Kba l'incarico di procedere con un'indagine tecnica su diversi modelli di auto in circolazione in Germania. Tra di esse anche Opel alla quale sono stati concessi 14 giorni di tempo per fornire maggiori informazioni sulle irregolarità nei dati sulle emissioni di alcuni suoi veicoli come confermato dal ministro dei Trasporti, Alexander Dobrindt, dopo una riunione con funzionari governativi e l'amministratore delegato di Opel, Karl-Thomas Neumann.

La casa respinge le accuse

Nessuna accusa ufficiale per il momento, ma l'esecutivo della cancelliera Angela Merkel vuole vederci chiaro dopo che l'associazione ambientalista Deutsche Umwelthilfe, il programma televisivo Monitor e la rivista Spiegel avevano avanzato dei dubbi sull'utilizzo da parte della casa tedesca di dispositivi di manipolazione illegale in modelli popolari come Zafira e Insignia. Da parte sua Opel ha sempre respinto le accuse, come ribadito più volte dai propri vertici.

Come abbiamo già detto, noi di Opel non abbiamo alcun software illegale. I nostri motori sono conformi ai requisiti di legge. Abbiamo sempre collaborato in modo trasparente con le autorità in Germania e in Europa e continueremo a farlo. Opel ha già fornito alla Kba lo scorso ottobre i dettagli dei suoi software per i motori, della calibrazione dei propulsori e delle strategie sulle emissioni. Forniremo al pubblico maggiori informazioni dopo averne discusso con le autorità – si è affrettata a dichiarare l'azienda.

Un software per aggirare le norme

Niente di illegale, ma la casa di Ruesselsheim è stata costretta ad ammettere la presenza di un software in grado di bloccare i sistemi di controllo delle emissioni alle basse temperature: una tecnica che non risulta essere fuori legge ma che rappresenta un'area grigia nelle attuali normative europee sulle emissioni. Il timore del governo tedesco è che i produttori automobilistici possano approfittare delle lacune nei regolamenti comunitari. Che siano emissioni o consumi, come nei casi di Mitsubishi e Suzuki, il gruppo General Motors rimane al centro dei sospetti; sono infatti in corso i preparativi del programma che punta a risarcire oltre 130 mila automobilisti proprietari di grandi crossover venduti con indicazioni errate sui consumi di carburante e la stessa casa ha bloccato recentemente la vendita di 60.000 esemplari di Chevrolet Traverse, GMC Acadia e Buick Enclave del 2016 dopo la scoperta di stime sui consumi sbagliate per 1 o 2 miglia per gallone sulle versioni per il 2017.

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