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Parcheggio nello spazio riservato dei disabili? Si rischia il reato di violenza privata

A stabilirlo è la Cassazione quinta sezione penale, nella sentenza n. 17794/2017. L’uomo in questione aveva occupato lo spazio, riservato espressamente ad una determinata persona, per ragioni attinenti allo stato di salute, per diverse ore.
A cura di Matteo Vana
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Parcheggiare la propria auto in un posto riservato ai disabili è reato: a stabilirlo è il Codice della strada che, con l'articolo 158, comma 2, disciplina gli spazi riservati alla fermata o alla sosta dei veicoli per persone invalide. Il rischio è quello di ricevere una multa che va da un minimo di 85 fino a un massimo di 338 euro. Se però quello spazio è riservato espressamente ad una determinata persona, per ragioni attinenti allo stato di salute, alla violazione del Codice Stradale si aggiunge l’impedimento al singolo cittadino a cui è riservato lo stallo si rischia anche il reato di violenza privata, punito dal Codice penale con una sanzione che, nei casi più gravi, può prevedere fino ai quattro anni di carcere.

A stabilirlo è la Corte di Cassazione, quinta sezione penale, nella sentenza n. 17794/2017 che ha rigettato il ricorso di un imputato. L'automobilista in questione, infatti, aveva parcheggiato la propria auto in uno spazio riservato a una persona affetta da gravi patologie, impedendo così il suo utilizzo. La vettura in questione era stata rimossa dopo molte ore grazie all'intervento del carro attrezzi. L'uomo aveva cercato di difendersi sostenendo che la vettura fosse in uso alla nuora, ma accertata la falsità delle sue affermazioni i giudici hanno deciso per la colpevolezza. La difesa aveva provato a sottolineare come il parcheggiare l'autovettura in uno spazio riservato non equivale a impedire intenzionalmente la marcia a una vettura, come evidenziato da precedenti giurisprudenziali, non integrando quindi il delitto di violenza privata.

Fondamentale, in questo caso, è stato il fatto che l'imputato che, nonostante la segnaletica verticale e orizzontale che indicava come il posto fosse riservato a un singolo utente disabile, abbia lasciato la sua auto in sosta per diverse ore. L'occupazione dello spazio, infatti, non è avvenuta per pochi minuti, circostanza avrebbe consentito di dubitare della sua volontà, ma si è protratto nel tempo. L'uomo, quindi, ha visto il rigetto del proprio ricorso ed è stato condannato a pagare anche le spese processuali.

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