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Processo a Ecclestone, il boss della Formula 1

Inizia oggi a Monaco il processo che vede Ecclestone accusato di aver versato una tangente a Gerhard Gribkowsky con l’obiettivo di far vendere la quota dei diritti di trasmissione della Formula 1 al fondo di investimenti CVC. Ripercorriamo le tappe della vicenda dal 2004 ad oggi.
A cura di Vito Lamorte
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Scatta oggi a Monaco di Baviera il processo nei confronti di Bernie Ecclestone, il boss del circus della Formula 1 accusato di corruzione nei riguardi di un funzionario pubblico e di istigazione alla frode aggravata. Ormai alle spalle le numerose cause civili, questo di Monaco è il procedimento penale che potrebbe mettere la parola "fine" alla carriera di Ecclestone. La pena massima che rischia il direttore esecutivo della FOM (Formula One Management) è di dieci anni di prigione per l'accusa di avere pagato una tangente di 44 milioni di dollari all'ex dirigente della banca semi-pubblica BayernLB, Gerhard Gribkowsky con l'obiettivo di far vendere la quota dei diritti di trasmissione della Formula 1 al CVC, una società finanziaria britannica specializzata nei settori di private equity e hedge funds, con un'operazione che gli assicurava di mantenere il potere nel circuito.

A101 e B177 . Queste sono le aule del tribunale Monaco di Baviera dove nel corso dei prossimi cinque mesi verrà deciso gran parte del futuro della Formula Uno. L'amministratore delegato della F1, come già anticipato, si è scrollato di dosso altre accuse che vanno dalla corruzione alle donne per arrivare ad Adolf Hitler ma, questa volta, potrebbe essere la fine dell'avventura di Bernard Charles Ecclestone. Ripercorriamo le tappe della vicenda Ecclestone.

Tutto ha inizio nell'aprile-maggio 2005, quando Bernie Ecclestone paga la tangente a Gribkowsky e nel novembre dello stesso anno la CVC acquisisce le quote della Formula 1 di proprietà dalla BayernLB e da Ecclestone. Nonostante il cambiamento al vertice, Ecclestone mantiene il suo posto come Ceo. Sei anni più tardi, nel gennaio 2011, Gerhard Gribkowsky, ex responsabile del settore rischi della BayernLB, è accusato di aver accettato 44 milioni di dollari come tangente da Ecclestone e dalla Bambino. Ad agosto Constantin Medien chiede un risarcimento di 171 milioni di dollari, poi ridotto a 140 milioni, contro Bernie Ecclestone, affermando che nel 2005 la Formula 1 è stata svenduta. Tre mesi più tardi, al processo Gribkowsky, Ecclestone ammette di aver pagato il banchiere per evitare il rischio di un’indagine da parte del Fisco britannico.

Nel giugno 2012 il giudice Peter Noll, lo stesso che giudicherà Ecclestone, condanna Gribkowsky a otto anni e mezzo di prigione. Il banchiere ammette di aver incassato 44 milioni di dollari ed è riconosciuto colpevole di evasione fiscale, corruzione e violazione del vincolo fiduciario. Un anno più tardi, Ecclestone viene accusato di corruzione in Germania e al processo Medien di Londra del novembre 2013 riceve un avvertimento da Donald Mackenzie, cofondatore della CVC: "Se Ecclestone dovesse essere considerato colpevole, verrebbe licenziato".

All'inizio di quest'anno arriva l’annuncio del rinvio a giudizio per Ecclestone da Monaco, il processo avrà inizio ad aprile. Appena giunta la notizia Ecclestone si dimette dal ruolo di direttore esecutivo della Formula 1 mantenendo però la gestione su base quotidiana e, circa un mese dopo, vince la causa presso l’Alta Corte di Londra. ma il giudice Newey conferma che l’83enne britannico ha corrotto Gribkowsky e conclude che non è un testimone attendibile. Oggi inizia il processo. Le 26 udienze che si terranno entro il 16 settembre sono state programmate per permettere a Ecclestone di continuare a guidare la Formula 1, quindi si svolgeranno il martedì e il mercoledì.

Naturalmente non potevano mancare colpi di scena dalle 256 pagine dell’atto di accusa nei confronti di Bernie Ecclestone. Da quanto riporta Christian Sylt, dalle pagine di Forbes, si apprende che i giudici tedeschi reputino Ecclestone ricattato dal banchiere tedesco Gribkowsky ed è alquanto sorprendente perchè è ciò che il dirigente della FOM ha sempre affermato e fa parte della sua strategia di difesa. Ma qui sorge un problema temporale: il ricatto a cui fa riferimento la Corte sarebbe quello delle vicende legali che videro Ecclestone citato in giudizio dalle banche allora titolari della Formula 1 nel 2004, e non riguardo alla vendita della CVC. Insomma, i giudici non credono al ricatto di Gribkowsky e da oggi Bernie Ecclestone rischia di vedere andare in fumo il suo regno.

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