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Raikkonen e la maledizione del deserto: per il finlandese mai una gioia in Bahrain

Il pilota della Ferrari è il protagonista di una statistica decisamente particolare: è il pilota con più podi nella storia del Gran Premio, ben otto in 11 edizioni, senza però essere mai riuscito a vedere per primo la bandiera a scacchi.
A cura di Matteo Vana
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Kimi Raikkonen dopo aver ottenuto il secondo posto nel 2016 - Getty Images
Kimi Raikkonen dopo aver ottenuto il secondo posto nel 2016 – Getty Images

La sabbia e il caldo non possono certo rappresentare l'habitat naturale per chi, come Kimi Raikkonen, è cresciuto tra ghiaccio e neve. Il finlandese, dopo un inizio non certo entusiasmante in cui sono arrivati un quarto posto in Australia, all'esordio, e un quinto, dietro alle due Red Bull in Cina, è chiamato al riscatto: la sua posizione, con un contratto in scadenza a fine stagione e le 37 primavere che cominciano a farsi pesanti sulle spalle, non appare più salda come nella scorsa stagione e all'orizzonte sembra stagliarsi prepotente la figura di Daniel Ricciardo, finito sulla lista del Cavallino per il 2018.

Bahrain maledetto per il finlandese

Un rapporto, quello tra il finnico e il circuito situato nel deserto, in salsa agrodolce: Raikkonen, infatti, è il pilota che può vantare il maggior numero di podi conquistati in carriera sulla pista del Bahrain – ben 8 in 11 edizioni disputate -, ma senza mai riuscire a portare a casa il jackpot, ossia la vittoria. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, si capiva dagli inizi che la storia tra i due non sarebbe andata a buon fine: è il 2004, l'anno d'esordio del Bahrain in Formula 1, e il weekend comincia nel peggiore dei modi per il finlandese, fermato da un guasto al propulsore della sua McLaren che non gli consente di disputare neanche le qualifiche. In gara, poi, il risultato non è migliore con il ritiro dopo pochi giri sempre a causa di un guasto al motore. Anno nuovo, vita nuova per il finlandese, che nel 2005 centra il terzo posto, risultato bissato l'anno successivo.

Otto podi, ma zero vittorie

Cambiando l'ordine dei fattori, il risultato non cambia: una regola matematica che il finlandese sembra conoscere a menadito. Abbandonata la McLaren per salire sulla Ferrari, Raikkonen è pronto a sfatare il tabù, ma ancora una volta il destino gli volta le spalle. Nel 2007, anno in cui si laurea campione del mondo con la Rossa, è il suo compagno di squadra Felipe Massa a festeggiare nel deserto con il finnico a guardare ancora una volta dal terzo gradino del podio mentre nel 2008 la posizione migliora – è 2° dietro al brasiliano -, ma l'appuntamento con la vittoria è ancora rimandato. Va decisamente peggio nel 2009 quando partito dalla decima posizione, non va oltre il sesto posto. Il ritiro momentaneo e il ritorno con la Lotus riconsegnano alla Formula 1 un Raikkonen tirato a lucido. Ma è solo un'illusione e la maledizione del deserto non sembra conoscere fine: nel 2012 è 2°, così come nel 2013. Il peggior risultato è quello di tre stagioni fa, con una decima posizione da dimenticare mentre le ultime edizioni hanno visto ancora una volta il finlandese in grande spolvero (con un doppio secondo posto nel 2015 e nel 2016), ma incapace di arrivare al successo. Quella di quest'anno potrebbe essere l'ultima possibilità per spezzare l'incantesimo, la vittoria da cui ripartire per giocarsi ancora una volta il sogno mondiale.

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