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Ritiro e ritorno, 5 piloti di Formula 1 che hanno fatto retromarcia

Felipe Massa, pronto a tornare alla Williams dopo aver annunciato il ritiro, non è l’unico sportivo ad essere ritornato sui propri passi: da Niki Lauda a Michael Schumacher sono molti i piloti che, nonostante avessero deciso di appendere il casco al chiodo, non hanno resistito al fascino del ritorno.
A cura di Matteo Vana
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Michael Schumacher e Felipe Massa sul podio - Photo by Mark Thompson/Getty Images
Michael Schumacher e Felipe Massa sul podio – Photo by Mark Thompson/Getty Images

Quella del ritiro, per uno sportivo professionista, è la parte più dura della carriera. Davanti agli occhi scorre tutta la vita, le imprese, i trionfi e gli insuccessi: è quello che deve essere successo a Felipe Massa mentre percorreva la corsia dei box della sua Interlagos. Un concentrato di emozioni difficile da spiegare, un turbinio di sentimenti capace di lasciare senza parole. Il brasiliano avrebbe avuto sicuramente più tempo libero da dedicare alla propria famiglia e alle proprie passioni, ma il richiamo della pista è stato troppo forte, nessuno sfugge alla propria natura: il prossimo anno sarà ancora alla Williams, la firma arriverà appena Valtteri Bottas avrà trovato l'accordo con la Mercedes. Massa non è il primo pilota che torna alle corse dopo essersi ritirato, il brasiliano può contare su precedessori decisamente illustri.

Niki Lauda

Nel 1979 l'austriaco è una delle stelle del circus: ha due titoli mondiali, vinti con la Ferrari, nel proprio palmarès e un incidente che gli ha cambiato la vita. Al Nurburgring, infatti, tre anni prima aveva rischiato di perdere la vita: la sua vettura aveva perso aderenza in una curva a Bergwerk, finendo contro le barriere e prendendo fuoco per la fuoriuscita di benzina. Lauda rimase intrappolato nella vettura in fiamme, alcuni colleghi sopraggiunti cercarono coraggiosamente di aiutarlo, riuscendo ad estrarlo ma non potendo evitare le ustioni e le inalazioni dei velenosi fumi della benzina che rischiarono di danneggiare i polmoni. Dopo quell'incidente Lauda tornò, vinse il mondiale del '77 e alla fine di quell'anno lasciò la Ferrari per accasarsi alla Brabham. Il 1979 è l'anno dell'addio, annunciato subito dopo il GP d'Austria: vuole dedicarsi ai suoi affari che in quel momento sono rappresentati dalla "Lauda Air", la compagnia aerea da lui fondata proprio in quell'anno. Anche per lui, però, il richiamo della pista è troppo forte: nel 1982 Lauda firma con la McLaren, squadra con la quale vincerà il titolo due anni dopo per ritirasi definitivamente nel 1985.

Alain Prost

Anche il tre volte campione del mondo può vantare un destino simile a quello di Felipe Massa. Dopo le due stagioni vissute al volante della Ferrari, infatti, Prost decide che è arrivato il momento di dire basta: le polemiche con la Rossa, che lo stesso pilota francese definì "un camion", portarono alla rottura del contratto, tanto che nell'ultima gara della stagione il Cavallino schierò al via Gianni Morbidelli. Un anno lontano dalle corse fu sufficiente al transalpino che capire che la Formula 1 era ancora nei suoi pensieri. Nel 1993 il ritorno con la Williams fu trionfale: a fine stagione Prost si laureò campione, battendo Ayrton Senna, il suo storico rivale. Ultima gioia prima dell'addio, stavolta definitivo, al mondo delle corse.

Nigel Mansell

McLaren e Williams sono le due scuderie che caratterizzano anche la storia del pilota britannico. La stagione 1992 fu un vero e proprio trionfo per Mansell: 9 vittorie su 16 GP disputati, condite anche da 14 pole position. Il titolo arriva già in Ungheria, con 5 gare d'anticipo mentre a fine anno saranno 108 i punti messi a referto dal pilota inglese, quasi il doppio rispetto al rivale Riccardo Patrese. A fine anno Mansell, che aveva già un accordo per guidare l'anno successivo la Williams con Alain Prost, lasciò tutti senza parole decidendo di ritirarsi dalla Formula 1. Nel 1994 è impegnato in America, ma l‘improvvisa scomparsa di Ayrton Senna lo riporta nel circus: un'esperienza non certo da ricordare nonostante la vittoria in Australia all'ultimo appuntamento della stagione. L'anno dopo firma per la McLaren che però si rivela inaffidabile: alla soglia dei 42 anni Mansell decide di dire basta stracciando il contratto che lo lega alla scuderia inglese.

Michael Schumacher

Anche il pilota più vincente di tutti i tempi ha una storia che lo accomuna al suo ex compagno di squadra con il quale ha condiviso l'esperienza in Ferrari. Il tedesco, nel 2006, non è più all'apice della sua carriera, ma è reduce da una stagione che lo ha visto chiudere in terza posizione il campionato precedente. A Monza, in occasione del Gran Premio d'Italia, arriva la notizia: Michael Schumacher a fine stagione lascerà la Formula 1. La Ferrari aveva già bloccato Kimi Raikkonen per il prossimo anno e così facendo il tedesco permise proprio a Massa di continuare la sua avventura a Maranello. Il suo rapporto con la scuderia italiana non cessò, al tedesco venne affidato il ruolo di super consulente, carica che ricoprì per tre stagioni. Nel 2010, poi, il grande ritorno con la Mercedes, appena rientrata in Formula 1: un lavoro oscuro che non portò risultati in pista. Molti etichettarono come sbagliata la sua scelta, ma il dominio odierno delle Frecce d'Argento è anche merito suo.

Kimi Raikkonen

L'ultimo, in ordine temporale, a non resistere al richiamo della Formula 1 è stato proprio il finlandese della Ferrari. Giunto a Maranello nel 2007 dopo l'abbandono di Michael Schumacher, Raikkonen riesce a conquistare subito il titolo: un inizio sfavillante quello dell'ex pilota McLaren che però, negli anni successivi, non riesce più a ripetere quanto fatto vedere nella stagione d'esordio. Da qui la decisione di dedicarsi ad altro: nel 2009 corre nei rally, l'anno successivo è 8° in Giordania diventando così il primo pilota finlandese della storia a raccogliere punti iridati sia in Formula 1 che nel mondiale Wrc. La passione per i motori di Raikkonen non conosce confini tanto che nel 2011 tenta anche l'avventura in in Nationwide Series, la "serie B" della NASCAR. La Formula 1, però, bussa alla sua porta: Lotus e Williams chiamano, lui risponde presente alla prima. Due stagioni, poi il grande ritorno a Maranello: una storia che continuerà anche nella prossima stagione.

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