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Roma, emergenza buche: mai riparate, riempite con l’immondizia

Per risolvere il problema alcuni cittadini del X Municipio hanno ricoperto le buche con la spazzatura.
A cura di Valeria Aiello
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Quattro voragini transennate da oltre due anni riempite con l’immondizia. Accade a Roma, nel X Municipio, dove nei mesi alcuni cittadini hanno riempito gigantesche buche con spazzatura di ogni genere tanto da livellare la buca al manto stradale. Come riporta repubblica.it, le voragini tra via Casana, via Zotti e Corrado del Greco – arterie che costituiscono un quadrante di Ostia Ponente – sono diventate delle vere e proprie discariche a cielo aperto. Bottiglie di plastica, rifiuti alimentari, lattine, detersivi, vetro, senza troppi scrupoli sulla raccolta differenziata, ma anche materiali di scarto della ristrutturazione di qualche appartamento, come in via Corrado Greco, dove la buca è diventata una collinetta di spazzatura. Una situazione avvilente per i cittadini e i commercianti ormai abituati al peggio. Una circostanza davvero insostenibile, considerando anche la presenza di animali e topi che attirati dall’umido scorrazzano sulle strade.

La denuncia del Codacons

Del piano buche annunciato dall’ex sindaco Ignazio Marino che avrebbe dovuto portare al risanamento del 5% delle strade della capitale entro marzo 2015 e del 15% entro l’estate dello stesso anno “non c’è proprio traccia” denuncia il Codacons. All’Associazione dei consumatori è bastato visitare le zone individuate dall’amministrazione dell’epoca per evidenziare che a distanza di due anni lo scenario rimane quello abituale. A distanza di due anni dalla Casilina alla Palmiro Togliatti, passando da via di Tor Cervara, Via Nomentana, Viale Etiopia, Lungotevere Flaminio, Viale Tiziano, Viale Castro Pretorio, Viale Aventino, Via Labicana, tutte strade interessate dal piano buche l’asfalto continua ad essere punteggiato da buche, voragini e pavimentazione dissestata, come accade in tutti gli altri quartieri di Roma, con rare eccezioni nelle zone centrali della città. “E i romani continuano a traballare (quando va bene) o a rischiare la propria incolumità (quando va male) proprio come accadeva prima”.

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