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Rossi, finale amaro a Silverstone. Si allontana il sogno del decimo Mondiale

Primo dal primo al terzultimo giro, Rossi chiude solo terzo dietro Dovizioso e Vinales. Il 190mo podio in carriera non basta. Il ritiro di Marquez porta l’azzurro in testa al Mondiale. Il Dottore, primo a toccare le 300 partenze in classe regina, è distante 26 punti.
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Un sogno sfumato sul più bello. La 300ma gara in carriera nella classe regina è un monologo di Rossi fino a tre giri dalla fine. La 90ma vittoria si rivela un'illusione che svanisce a tre giri dalla fine, sul doppio sorpasso di Vinales e Dovizioso. Resta il 190mo podio fra 500 e MotoGP, restano due italiani in top 3 a tingere d'azzurro il tempio inglese delle due e delle quattro ruote. Dovizioso ha sfoderato talento, qualità, velocità. Dipinge un capolavoro, apre ancora di più il Mondiale. "Peccato condurre la gara fino alla fine e non vincere" ammette Meregalli, "ma rispetto alla scorsa settimana comunque è un ottimo risultato per noi. Devo fare i complimenti ai nostri piloti e alla Ducati, che ha fatto un enorme step migliorativo".

Il Mondiale dista 26 punti

Dovizios, visto il ritiro di Marquez con il motore in fumo, ritorna a questo punto in testa al Mondiale con 183 punti. Lo spagnolo ne deve recuperare 9, Vinales è staccato di 13, Rossi di 26 con tanti rimpianti per un'occasione persa che rischia di zavorrare forse definitivamente il sogno del decimo titolo in carriera.

Rossi, ottima partenza

Rossi, con le dure davanti e dietro, scatta alla grande, subito davanti alla prima curva, alla prima danza, mentre dietro Vinales massimizza la soft al posteriore con un sorpasso da applausi su Crutchlow sull'Hangar Straight. Il Dottore prova a guadagnare qualcosa all'inizio perché sulla distanza la Yamaha tende più facilmente a perdere il posteriore. Sfrutta anche il piccolo grande vantaggio competitivo in avvio sulle Honda, che hanno bisogno di qualche giro per mandare le gomme nella temperatura ideale per la finestra di utilizzo.

Dopo due giri, Rossi ha un secondo di vantaggio su Vinales. E' il primo a scendere sotto il 2.02, Vale, che però vede gli inseguitori avvicinarsi. Si gira su un ritmo di oltre un secondo superiore rispetto all'anno scorso, perché cambiano le moto, le condizioni e le gomme. Il meteo aiuta, il grip aumenta, Michelin ha presentato tre mescole che reggono in gara.

"Perdiamo tanto dopo un po' di giri" commentava Rossi ieri. "L'usura della gomma posteriore è troppa, quindi anche con la gomma più dura la moto diventa più difficile da guidare e dopo un po' di giri rallento tanto, perché ho troppo spinning".

A caccia del record

Rossi, alla 300ma partenza nella classe regina, "ha corso su 27 circuiti differenti in 19 Paesi, vincendo su 23 diverse piste e mancando l’appuntamento con il gradino più alto solo ad Austin, al Red Bull Ring, ad Aragon e Instanbul" ricordava la nostra Valeria Aiello. Il primato del Dottore, che guida davanti a Pedrosa con 246, Lorenzo a 219, la leggenda Mick Doohan fermo a quota 217, e Giacomo Agostini a 196, è diventato quest'anno "il leader più anziano a issarsi in vetta alla classifica della classe MotoGP (38 anni e 66 giorni) e sempre quest’anno, con la vittoria di Assen, è diventato il pilota con il più lungo intervallo di tempo tra la prima e l’ultima vittoria in un Gp del mondiale, oltre ad essere il più vecchio vincitore di una gara MotoGP (38 anni e 129 giorni)".

Si riavvicina anche il sogno del decimo Mondiale, che lo renderebbe il primo a vincere due titoli intervallati da 20 anni e battere il primato di più vecchio iridato della classe regina, che resiste dal 1949, dal trionfo di Leslie Graham nella prima edizione del mondiale della classe 500 a 37 anni e 340 giorni. sulla AJS, una moto britannica fabbricata a Wolverhampton.

Il ritiro di Marquez

Rossi perde un paio di decimi fra secondo e terzo settore nell'ottavo giro rispetto a Vinales, che intanto ingaggia un duello splendido con Dovizioso illuminato da un paio di staccate da urlo all'interno di DesmoDovi. Il vero colpo di scena della corsa e del mondiale, il ritiro di Marquez per il motore che va in fumo, lancia il duello tutto azzurro nella Perfida Albione.

La Ducati, molto vicina anche al sabato, conferma a lungo i segnali emersi dalle qualifiche e dal warm up. La velocità c'è, non a caso negli ultimi giri Lorenzo viaggia più veloce di tutti. Lo spagnolo è il pilota con il maggior numero di successi a Silverstone avendo collezionato 3 vittorie (2010, 2012 e 2013, con tanto di splendido sorpasso di Marquez alla penultima curva), eguagliando Kenny Roberts(1978, 1979 and 1983). Ma lo spagnolo è lontano e a Dovizioso manca ancora qualcosa per reggere il ritmo delle Yamaha, veloci con le dure anche con le gomme usate. "Non è facile trovare il set-up giusto sulle buche" spiegava ieri, poi "in una pista così grande ci sono tante interpretazioni di linea".

Rossi da primo a terzo in un giro

E è proprio una di queste interpretazioni di linea che tradiscono Rossi. Dovizioso lo attacca all'interno della Stowe, Vinales lo brucia alla Brooklands. Nel giro di poche centinaia di metri, il primo posto controllato dall'inizio della gara diventa un terzo posto amaro.

E nella danza dell'ultimo giro, con quattro assi ma non di un colore solo, Dovizioso allunga, viaggia verso una nuova vittoria, verso un nuovo trionfo e un finale di stagione tanto luminoso quanto inatteso. Voleva solo salire sul podio, diceva. Lo fa, col trofeo del sedicesimo successo, il quinto in stagione. E gli orizzonti di classifica che cambiano, eccome se cambiano.

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