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SBK, Canepa si difende: “Al Mugello toccato il braccio, non il freno”

Il pilota ligure accusato di aver provocato la caduta di un pilota sul circuito toscano, risponde al video delle telecamere a circuito chiuso del circuito del Mugello, ora alle carte del processo.
A cura di Valeria Aiello
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L'incidente al Mugello causato da Niccolò Canepa
L'incidente al Mugello causato da Niccolò Canepa

Per Niccolò Canepa “è arrivato il momento di spiegare” cosa è accaduto in pista lo scorso 23 settembre 2013 al Mugello, durante una sessione di libere aperta agli amatori. Il 27enne pilota ligure in forze al team Ducati Althea Racing nel mondiale Sbk racconta la propria versione dei fatti, nonostante l’ondata di critiche piovute dopo che l’episodio è stato documentato dal video delle telecamere di sicurezza del tracciato toscano. Le immagini, acquisite tra le carte del processo, lasciano spazio a pochi dubbi sulla dinamica dell’incidente, inchiodando Canepa che dovrà rispondere dinanzi al Giudice di Pace di Firenze il prossimo 30 settembre, perché imputato in un procedimento penale per il reato di lesioni colpose. Secondo l’accusa, il pilota ligure avrebbe azionato deliberatamente la leva del freno anteriore della Suzuki GSX-R1000 di Davide Cappato che nell’impatto ha riportato la frattura della clavicola.

Canepa si difende davanti a tutti prima che davanti al Giudice di Pace, dicendosi dispiaciuto per l’incidente e rivelando che la denuncia per “lesioni involontarie” era arrivata alcuni giorni dopo la caduta, solo dopo che Cappato aeva saputo che si trattava di Canepa, Campione del mondo 2007 della Superstock 1000, e non di un appassionato in cerca di un po' di divertimento in pista. Sulla dinamica dell’incidente, ha spiegato:

Io stavo insegnando ad un ragazzo, che per la seconda volta in vita sua metteva le ruote della sua 600 al Mugello. In quel periodo ero detentore del record della pista del Mugello per quanto riguarda la Superbike e ho colto l’occasione per insegnargli qualche trucco della mia pista preferita.

Cappato, probabilmente, non aveva compreso il mio ruolo in quel frangente e quindi deve aver pensato che fosse anomalo (o addirittura provocatorio) il fatto che talora io rallentassi in alcuni punti del circuito (ovviamente fuori traiettoria e senza creare intralcio come ho imparato al Corso per Istruttori della Federazione Motociclistica Italiana), cosa che facevo per aspettare il mio “alunno” a cui magari avevo appena mostrato quale fosse la giusta impostazione di una staccata o di una curva.

Più volte quindi, prima dell'incidente, Cappato seguiva pericolosamente traiettorie completamente errate e mi aveva sorpassato più di una volta a pochi centimetri sul rettilineo principale ad una velocità molto elevata e rischiando il contatto. Al Mugello non si scherza, soprattutto sul rettilineo. PIÙ DI UNA VOLTA ripassando Cappato tra le curve GLI AVEVO FATTO CENNO DI PASSARE PIÙ DISTANTE perché era troppo pericoloso e stava mettendo a repentaglio la mia sicurezza e quella del mio alunno, come dimostrato sui video che a voi non hanno mostrato. Senza rabbia, senza rancore e con tutta tranquillità.

Sul video, Capena invita a togliere quel velo di pregiudizio, per notare quello che è accaduto davvero:

Probabilmente infastidito dalla mia richiesta, o forse non avendo compreso il gesto di un istruttore, Cappato prima impenna all’uscita della curva MENTRE IO ERO GIRATO e fuori traiettoria PER ASPETTARE IL MIO ALUNNO, e atterra a pochi centimetri da me. Poi mi affianca stringendomi sulla parte destra della pista muovendo furiosamente il casco, OBBLIGANDOMI A RALLENTARE e creando una situazione di pericolo per me e per i piloti che sopraggiungevano ad alta velocita, nonostante davanti a sé avesse pista libera. Sorpreso dall’azione inaspettata ed aggressiva di Cappato, ho visto il mio alunno in carena che stava arrivando molto velocemente e il gesto immediato che ho fatto era per dirgli: STAI INDIETRO, STAI ALLA LARGA. In modo da ripartire velocemente senza creare situazioni di pericolo. Chi afferma con sicurezza di aver visto nel filmato che “io avrei “pinzato” la leva del freno anteriore non può che farlo con malizia”.

Si vede che non ho toccato la leva, la mia mano ha toccato l’avambraccio di Cappato

Che, forse perché spaventato, ha azionato con troppa forza il freno anteriore, perdendo il controllo del mezzo. Tutto qui”.

Certo, le critiche e le opinioni contrarie non mancheranno, ma Canepa non accetta che venga messa in dubbio la sua correttezza come pilota, ma soprattutto come uomo. Se invece dovesse essere accertata la sua colpevolezza, oltre alle sanzioni pecuniarie, Canepa rischierebbe la sospensione della licenza, oltre alla furia mediatica e al grave danno all'immagine pubblica.

Qui il lungo post pubblicato dal pilota ligure sul proprio profilo Facebook.

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