10 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Schegge di ferro nel collo, morto un uomo: gli airbag Takata ancora nel mirino

L’incidente si è verificato in Australia e il veicolo coinvolto è una Honda CRV del 2007, proprio uno dei modelli equipaggiati con il dispositivo difettoso e sottoposta a richiamo: sarebbe la 18esima vittima accertata. Inoltre l’azienda ha dichiarato istanza di fallimento.
A cura di Matteo Vana
10 CONDIVISIONI
Immagine

Quello degli airbag Takata è il più grande scandalo nella storia dell’industria automobilistica: l'azienda giapponese ha dichiarato istanza di fallimento, i debiti hanno raggiunto cifre stratosferiche e il colosso è ormai in bancarotta. Come se non bastasse, però, è arrivato un nuovo episodio che potrebbe ingigantire ancora di più la portata dell'evento: in Australia, infatti, un uomo è deceduto in un incidente automobilistico e sembra che la causa sia da ricercare proprio nel malfunzionamento del dispositivo della casa nipponica.

Le indagini della Polizia sono ancora in corso ma dalle prime ricostruzioni sembra che l'automobilista sia stato colpito al collo da una scheggia d'acciaio staccatasi dal sistema nell'esplosione dell'airbag, proprio il malfunzionamento segnalato dalle autorità e legato al propellente usato per il gonfiaggio degli airbag che, con il calore, può esplodere ferendo il conducente e gli altri occupanti del veicolo. Se l'ipotesi venisse confermata questa sarebbe la 18esima vittima accertata per un malfunzionamento dell'airbag Takata che fra l'altro è ritenuta responsabile anche di 180 feriti. La vettura sul quale si è verificato l'incidente è una Honda CRV del 2007, proprio uno dei modelli equipaggiati con il dispositivo difettoso e sottoposta a richiamo.

L'azienda giapponese in bancarotta

I numeri della crisi Takata sono impietosi: il richiamo globale dei suoi airbag è arrivato a quasi 70 milioni di automobili mentre i risarcimenti ammontano a oltre mille miliardi di yen, quantificabili in 8 miliardi di euro circa, inclusi i costi sostenuti dai produttori di auto per gli airbag difettosi. Ma non solo: un'altra sanzione record di 1 miliardo di dollari è stato l’esito di un procedimento giudiziario e comprende i 975 milioni di valuta statunitense che serviranno da compensazione per i costruttori e gli automobilisti coinvolti.Uno scandalo che sembra non conoscere fine e che potrebbe regalare ulteriori puntate: la parola fine, nonostante l'azienda sia ormai prossima al fallimento, sembra lontana dall'essere scritta e potrebbero esserci ulteriori richiami nei prossimi mesi al fine di garantire la sicurezza dei veicoli.

10 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views