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Schumacher, la testimonianza del principe Furstenberg: casco a pezzi e sangue sul volto

E’ il primo vero testimone ritenuto attendibile dalle autorità: si trovava vicinissimo al campione tedesco al momento della caduta.
A cura di Alessio Pediglieri
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michael schumacher sugli sci

A quattro giorni di distanza dal gravissimo incidente sulle nevi di Meribel per il quale Michael Schumacher sta rischiando di perdere la vita, le indagini stanno portando ai primi importantissimi risultati. Mentre si cerca di stabilire con massima esattezza la dinamica della rovinosa caduta sulle rocce, arrivano anche le prime attendibili testimonianze che potrebbero far luce su cosa sia realmente accaduto in quella disgraziata mattina del 29 dicembre 2013. La gendarmeria di Bourg Saint Maurice, intervenuta a fiancheggiare l’ufficio locale di Meribel, insieme al procuratore di Albertville hanno di fatto aperto un fascicolo. Intanto, il campione tedesco continua a lottare contro la morte.

La zona in cui è accaduto l'incidente è famosissima per chi ama gli sci: in zona si erano tenuti i Giochi Invernali del 1992 e proprio a Meribel Deborah Compagnoni aveva conquistato l’oro nel supergigante femminile. In Alta Savoia, Schumacher ha anche acquistato casa e la zona di piste chiamata ‘Tre Valli’ era diventata negli anni una discesa familiare. C’è una pista ‘rossa’ e c’è una pista ‘nera’, in mezzo c'è anche l’opportunità di scendere verso il basso su un pendio ufficialmente ‘proibito’ fatto di neve fresca tra massi e rocce che spuntano dalla coltre bianca. Secondo le primissime testimonianze di chi è intervenuto in soccorso, Michael Schumacher aveva attraversato proprio quella parte di neve e a causa di un sasso sporgente avrebbe perso l'equilibrio andando a sbattere violentemente sulle rocce vicine.

"Non è vero che andava a folle velocità" ha dichiarato ufficialmente Sebine Kehm, portavoce di Michael Schumacher dal novembre 1999. Ma anche su questo fatto si sta cercando di provare a fare chiarezza perchè altre ricostruzioni parlano di una velocità tra i 60 e i 100 km/h e la decisione dell'ex pilota Ferrare di affrontare il tratto del fuori pista fatale, come ha riportato Olivier Simonin, direttore dell’impianto. Una cosa è però certa: Schumi avrebbe fatto tutto da solo, non c'è alcun pirata delle nevi, nessun altro sciatore coinvolto nell'incidente.

Intanto, però è stato ascoltato anche chi era vicino a Michael Schumacher quella mattina, nel gruppo di amici e familiari con cui aveva intrapreso la sciata di inizio giornata. Tra questi c'era anche Hubertus von Fürstenberg von Hohenlohe-Langenburg, principe e discendente di una nobile casata austriaca. Il nobile 55enne – che ha partecipato a 4 Olimpiadi invernali e a 13 edizioni dei Mondiali di sci – era infatti insieme all'ex pilota tedesco al momento dell'impatto sulle rocce. Forse von  Fürstenberg era addirittura il più vicino degli amici che sciavano insieme a Schumi e, secondo indiscrezioni vicine alle autorità, avrebbe confermato la rovinosa e accidentale caduta di Schumacher con alcuni particolari determinanti per le autirtà. Come la rottura immediata del casco nel momento dell'impatto e i rivoli di sangue che hanno ricoperto da subito il volto del campione tedesco. Ovviamente il tutto è ancora al vaglio degli inquirenti.

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