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Strade killer, morto in moto per una buca. A processo l’imprenditore che si doveva occupare della manutenzione

A Roma inizia il processo per la morte di Raffaele Scarpa che perse ii controllo del veicolo a causa del manto stradale dissestato.
A cura di Valeria Aiello
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È una questione delicata, specie in una città come Roma dove il dissesto stradale è uno dei problemi irrisolti da decine di anni: colpa di lavori di manutenzione scadenti o per nulla eseguiti, con conseguenze spesso molto gravi, come accaduto nell’agosto 2013, quando Raffaele Scarpa, 36 anni, a bordo del suo scooter Honda su via Andrea Noale, zona Rustica – Tor Sapienza, perse il controllo del veicolo a causa di una buca, finendo per scontrarsi contro un’auto che proveniva in senso opposto. Una tragica dinamica nella quale, secondo il pubblico ministero, non è estranea la ditta che, in base all’appalto concordato con il Comune, doveva occuparsi della manutenzione dell’arteria capitolina.

Accusato di omicidio colposo Alessio Ferrari, imprenditore e braccio destro del ras degli appalti, Luigi Martella, anche lui rinviato a giudizio perché ritenuto responsabile della morte di Francesco Fortuna, 81 anni, deceduto in seguito a una caduta per essere inciampato in una profonda buca su un marciapiede di via Girolamo Cocconi. In quell’occasione il pubblico ministero sostenne che Martella era responsabile della mancata manutenzione mentre Ferrari venne prosciolto con formula piena.

Quanto al processo per la morte di Scarpa, secondo la procura non ci sarebbero dubbi che a causare la perdita di equilibrio che ha portato all’incidente sia stata la presenza dell’infossamento mai ripianato. “Non vi è stata alcuna incuria, su quel tratto di strada gli interventi non erano di ordinaria manutenzione, e quindi non erano di competenza di Ferrari – è invece la tesi sostenuta dall’avvocato difensore Gaetano Scalise.

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