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Strategie e affidabilità, la Ferrari si scopre fragile

Il Gp del Giappone è la fotografia della stagione del Cavallino, condannato dai problemi al cambio e dalla strategia che, ancora una volta, costa posizioni alla scuderia italiana. Il 2016, per la scuderia italiana, rappresenta l’anno delle occasioni mancate.
A cura di Matteo Vana
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La Ferrari di Kimi Raikkonen - Getty Images
La Ferrari di Kimi Raikkonen – Getty Images

Fotografia di un'assenza. Il Gran Premio del Giappone rappresenta in pieno la stagione vissuta dalla Ferrari, racchiusa tra strategie al limite e problemi di affidabilità: il 2016 è l'anno delle occasioni mancate per la Rossa, quella in cui manca sempre un soldo per fare una lira, stretta tra la sfortuna e qualche caso che, con il senno di poi, lascia più di un rimpianto. Una qualifica finalmente in linea con le aspettative, passata a lottare con la super Mercedes, capace di lasciare agli avversari solo le briciole, ma vanificata dalle penalizzazioni: a far retrocedere Sebastian Vettel era stata la fretta, palesatasi al via del Gp della Malesia, quando aveva azzardato il sorpasso su Verstappen finendo per colpire in pieno l'incolpevole Nico Rosberg. Per Raikkonen, invece, l'ennesimo problema al cambio di un'annata in cui spesso è mancato il guizzo finale, quel mix tra fortuna e audacia che, in quel di Maranello, non ne vuole sapere di mostrarsi.

Un cambio maledetto

Impossibile dare forma a un destino che si avvicini a quello della Ferrari, il Fato si diverte a giocare con il Cavallino. Proprio quando la Rossa sembra essere sul punto di sbocciare, ecco che all'orizzonte arrivano nubi nere ad addensarsi. Stavolta lo scroscio di pioggia che rovina il raccolto si accanisce sul cambio di Kimi Raikkonen: eppure quanto seminato sembrava essere finalmente pronto per essere gustato, il terzo posto in qualifica faceva sperare in una gara tutta d'attacco. E invece ecco l'ormai "solito" problema al cambio, il quarto in stagione, fa perdere 5 posizioni sulla griglia di partenza costringendo il pilota a partire dall'ottava posizione. Era già successo a Montecarlo proprio al finlandese mentre in Inghilterra e in Austria era stato l'altro ferrarista a dover pagare dazio. Un problema difficile da spiegare con la semplice avversione del Dio dei motori alla Rossa di Maranello, soprattutto dopo i precedenti. Dopo una notte di lavoro, i tecnici Ferrari sono costretti a cambiare la trasmissione sulla vettura di Raikkonen, ancora una volta le qualifiche rappresentano la sliding doors della stagione maledetta vissuta dalla scuderia italiana.

L'azzardo non (sempre) paga

Sono passati dei mesi, ma l'esperienza non provoca cambi. Dopo l'Australia, la Spagna, Montecarlo e il Canada, è ancora una volta è la strategia della Ferrari a finire sotto accusa. Nonostante l'ottava posizione al via, Sebastian Vettel si ritrova a lottare per il podio; un risultato che alla vigilia, su una pista come quella di Suzuka, non sembrava alla portata del Cavallino. Nella roulette delle strategie la Rossa sceglie di azzardare: il tedesco rimane in pista nonostante la sosta di Verstappen, allungando il proprio stint e puntando tutto sulla durata degli pneumatici. Una mossa che si rivela fatale perché, oltre a perdere il secondo posto proprio ai danni del pilota Red Bull, viene sorpassato anche da Lewis Hamilton che mette la quarta e ringrazia. Sarebbe bastato fermarsi un attimo prima per conservare almeno il terzo posto: non abbastanza per assicurarsi il podio a fine gara, ma almeno per assistere alla battaglia tra il tedesco e il britannico. Una scelta concordata tra pilota e box, ma che, tempi alla mano, è costata circa 14 secondi alla SF16-H. La fortuna aiuta gli audaci, ma la stagione della Ferrari sembra essere la tipica eccezione che conferma la regola.

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