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Studenti travestiti da sedili, l’esperimento che studia le reazioni alla guida autonoma

A condurlo è Don Norman, direttore del Design Lab della University of California di San Diego, che si è preoccupato di studiare le reazioni dei pedoni davanti ad una vettura senza pilota per rendere ancora più elevati gli standard di sicurezza.
A cura di Matteo Vana
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Le auto a guida autonoma non sono ancora realtà, ma presto potrebbero cominciare a circolare sulle nostre strade: il loro arrivo riapre la questione sulle interazioni tra macchine e umani. A chiedersi come i pedoni interagiranno con i nuovi veicoli è Don Norman, ingegnere e psicologo, oggi direttore del Design Lab della University of California di San Diego e negli anni Novanta vicepresidente del gruppo di tecnologie avanzate di Apple, che ha deciso di condurre un esperimento con i ragazzi del proprio corso.

Un esperimento per testare la fiducia nella auto senza pilota

Lo studio prende spunto da uno scherzo apparso su Youtube qualche tempo fa in cui un guidatore, mascherato da sedile, si recava a un fast food per ordinare a bordo del proprio veicolo il cibo. Le reazioni dei commessi hanno scatenato la curiosità di Norman che ha deciso di replicare l'esperimento in normali situazioni quotidiane. "Wendy Ju, docente in interazione uomo-computer a Stanford, ha condotto il primo test del "guidatore fantasma" e mi ha anche fatto provare la tuta, ha trovato che le persone sono impassibili di fronte alle auto senza pilota, a patto che le azioni del veicolo siano chiare. Anche se la fiducia rimane inferiore rispetto alle auto classiche" sono le sue parole riportate da Repubblica. L'esperimento punta a studiare quali sono le reazioni davanti a un'auto senza pilota, proprio quello che potrebbe avvenire nei prossimi anni rendendo così la guida autonoma ancora più sicura sia per gli occupanti del veicolo che per i pedoni.

"Con nostra sorpresa, la maggior parte delle persone non ci fa nemmeno caso. Inizialmente abbiamo fatto fermare l’auto un metro prima di un passaggio pedonale. Quasi nessun pedone cercava il contatto visivo con i guidatori e l’auto vuota passava inosservata. Abbiamo provato comportamenti più aggressivi, fermando l’auto appena sopra le strisce. I pedoni hanno iniziato a notarla e a esitare. Qualcuno ha deciso – più prudentemente – di passarle dietro" ha dichiarato. L'interazione tra auto e umani, dunque, non sembra avere intoppi a patto che le reazioni del veicolo siano prestabilite e non creino situazioni anormali. Secondo Norman, inoltre, le auto a guida autonoma dovrebbero essere impostate come se fossero degli animali. "Bisogna immaginarla come un cavallo, che si prende cura dei dettagli di basso livello, ad esempionon farti finire in un fosso o evitare un albero. E tu come cavaliere dai all’animale istruzioni di alto livello: gli fai capire dove vuoi andare e a che velocità" ha concluso.

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