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Tragedie e mancata sicurezza, quando il Rally finisce male. E ci scappa il morto

Un’altra tragedia sconvolge il mondo dei rally. Non è la prima volta che succede, la storia delle corse fuori strada è piena di episodi tragici: dal Rally di la Coruña passando per la Dakar, manifestazione in cui troppo spesso si verificano incidenti gravi. Serve maggiore sicurezza tanto che anche la Fia è scesa in campo per stilare delle linee guida.
A cura di Matteo Vana
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Il mondo dei rally è colpito ancora una volta da un tragedia. Il Rally Legend di San Marino, manifestazione che ogni anno, da oltre 10 anni, richiama oltre 50.000 appassionati provenienti da tutta Europa, giunto alla 14esima edizione sarà ricordato per la tragedia che visto coinvolta la Renault Clio n°44, dell’equipaggio Bonaso- Palazzi: la vettura, in prossimità di un curva, probabilmente a causa dell'asfalto bagnato, non è riuscita ad impostare la curva e, dopo aver sfondato le barriere di protezione, è piombata sugli spettatori che stavano assistendo alla manifestazione. Il bilancio è grave: morto sul colpo Enrico Anselmino, 57 anni, nativo di Asti. Gravissima anche sua moglie, trasportata immediatamente all’Ospedale di Cesena in prognosi riservata. così come il figlio disabile, ricoverato in terapia intensiva a San Marino. In totale sono 8 i feriti – sette italiani e uno spagnolo – come riportato dal medico del Rally Legend Giuliano Giardi.

L'incidente al Rally Legend di San Marino
L'incidente al Rally Legend di San Marino

Polemiche sulla sicurezza

Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta, condotta dal magistrato Luca Morsiani, che dovrà accertare le responsabilità. Saranno i rilevamenti delle forze dell'ordine a stabilire se la posizione degli spettatori fosse autorizzata o meno, se si è trattato di una tragica fatalità oppure di un errore. Nel punto in cui l'auto è uscita di strada c'è una via di fuga, segno che le misure di sicurezza erano state previste, ma l'episodio riaccende le polemiche sulla pericolosità dei rally. Sono molti a sostenere che bisogna trovare il giusto compromesso tra lo spettacolo e la sicurezza, sia dei piloti che degli spettatori che assistono alle gare. Molto spesso, nelle gare di rally, non ci sono protezioni sufficienti a garantire l'incolumità degli spettatori che vedono sfrecciare i bolidi a pochi metri da loro: un concentrato di adrenalina che però a volte rischia di costare caro, troppo. Un problema da affrontare al più presto portando la sicurezza, se non al livello delle corse su pista, almeno vicino. La Fia in prima persona è scesa in campo per risolvere il problema, stilando delle linee guida sia per i piloti impegnati in gara che per gli spettatori, la vera parte debole dello spettacolo. Proprio il pubblico, infatti, è il più esposto in eventi del genere e la vicinanza al tracciato aumenta in maniera esponenziale il rischio che venga coinvolto. Una soluzione invocata da molti addetti ai lavori e non è quella di allontanare il pubblico dalla pista, creando delle zone apposite dove guardare le auto sfrecciare senza correre rischi: un po' di spettacolo in meno, ma più sicurezza per tutti.

Troppe tragedie

Non è la prima volta che il mondo dei rally viene funestato da tragedie. Appena un fa, nel rally di La Coruña, una vettura uscì fuori strada in prossimità di una curva, rimbalzando più volte e colpendo la folla: il bilancio fu di sette vittime e una ventina di feriti. L'organizzazione aveva avvisato il pubblico che la zona in questione non era sicura, ma a poco erano serviti i richiami. Pochi giorni prima, durante il Rallye du Mont Blanc, seconda giornata della gara valida per il Campionato francese di Rally, era stato il pilota Frederic Comte a perdere tragicamente la vita finendo contro un albero dopo essere uscito fuori pista. Una serie di episodi sfortunati che colpisce a qualsiasi latitudine: nell'aprile 2015 tocca all'Argentina, stavolta è la Hyundai i20 di Hayden Paddon e John Kennard a ribaltarsi finendo sulla folla che assisteva all'evento a bordo pista. Anche il 2016 si era aperto in tragedia, in quell'occasione il teatro degli incidenti fu la Dakar, manifestazione da sempre considerata molto pericolosa. Dopo il prologo, che aveva visto una Mini in gara colpire gli spettatori, fu la volta del francese Lionel Baud che con la sua Mitsubishi travolse e uccise un uomo di 63 anni.

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