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Valentino Rossi, 20 anni fa il primo titolo mondiale

Era il 31 agosto 1997 quando con il terzo posto di Brno il giovane pilota di Tavullia vinceva matematicamente la sua prima partita iridata. A 18 anni Rossifumi è ‘Vord Cienpion’, improbabile traduzione marchigiano-romagnola di Campione del mondo, primo titolo portato in spalla sull’enorme numero 1 giallo nel giro d’onore.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi celebra il primo titolo nel Motomondiale / Ansa
Valentino Rossi celebra il primo titolo nel Motomondiale / Ansa

L’appuntamento con il primo titolo è fissato a Brno, Gp della Repubblica Ceca 1997: Valentino Rossi sbarca da leader della classe 125 con 86 punti di vantaggio sul primo inseguitore, Noboru Ueda, rivale e amico ormai solo da controllare per laurearsi campione del mondo con tre gare di anticipo. Per chiudere la partita iridata Rossi avrebbe dovuto arrivare davanti al giapponese, oppure seguirlo da vicino. Se invece avesse vinto Ueda, Valentino doveva arrivare almeno 3°. Ed è proprio così che andò a finire quel 31 agosto di 20 anni fa, al termine di una gara sull’asciutto dopo prove bagnate, che segnò l’inizio della leggenda di un campione infinito.

“Prima il titolo in 125”

18 anni, una positiva stagione 1996 e soprattutto quel vittorioso Gp della Repubblica Ceca valgono a Valentino Rossi la promozione da parte dell’Aprilia: al giovane pilota di Tavullia  viene affidata la moto del team interno di Noale ma un’altezza superiore alla media e una 125 che gli va già stretta lo tentano a passare subito in 250. Tutti spingono per il salto di categoria e anche babbo Graziano è favorevole. Solo Valentino è contrario. “Prima il titolo in 125”. Rossi ha le idee chiare e, sempre sotto la guida tecnica di Mauro Noccioli, fin dalla prima gara stagionale mette le cose in chiaro. A Shah Alam, Gp di Malesia, Valentino sale sul gradino più alto del podio, approfittando di un errore all’ultima curva del giapponese Sakata. Ma sarà il dopo gara a sancire la nascita di una rivalità che durerà sempre.

La rivalità con Max Biaggi

Quella stessa domenica, a Shah Alam, Max Biaggi, che aveva già vinto tre titoli mondiali in 250 con l’Aprilia, trionfava nel quarto di litro al debutto sulla Honda. Con due italiani al comando delle classi minori, un giornalista chiese a Valentino: “Vuoi diventare il Biaggi della 125?”. Il pesarese, senza pensarci troppo su, rispose: “Al massimo sarà lui che vorrà fare il Rossi della 250!”. Una battuta non sfuggita al romano che qualche settimana più tardi, in Giappone, al ristorante Campanella, tappa fissa per piloti e addetti ai lavori italiani, lo affrontò a muso duro. Uno finiva la cena e l’altro entrava. “Sciacquati la bocca prima di parlare di me” fu l’assalto con cui Biaggi dichiarò guerra al pesarese. Una vera guerra, anche se a distanza, scoppiata anni prima che i loro destini di incrociassero in pista.

Zero in Giappone ma al Mugello torna leader

La festa per la prima vittoria stagionale dura poco e una settimana più tardi, al penultimo giro del Gp del Giappone a Suzuka, Valentino cade quando era in testa alla corsa. Un errore del pesarese che, dopo un lungo in staccata alla chicane che precede il traguardo, apre troppo il gas, finendo per essere disarcionato dalla sua RS 125. Una botta che a prima vista pare drammatica ma che fortunatamente si rivela innocua, i cui danni in classifica saranno rimediati al rientro in Europa, dove Valentino vince il Gp di Spagna e quello d’Italia, tornando in testa al mondiale. Ed è al Mugello, nel giro d’onore, che compare Claudia “Skiffer” la bambola gonfiabile comprata al sexy shop di Misano con cui prendere in giro Max Biaggi per il presunto flirt con Naomi Campbell, prima di una serie di divertenti trovate con cui Rossifumi condirà i dopo gara.

Le sei vittorie consecutive

Perso nuovamente lo scettro di leader in Austria, dove Ueda lo beffa di soli 4 millesimi, la calda estate di Rossi inizia da Le Castellet: al Paul Ricard, Gp di Francia, il pesarese si assicura la quarta vittoria stagionale, sfoggiando un curioso cappello da “jolly” con cui saluta il ritorno in vetta con 21 punti di vantaggio sul rivale giapponese, incappato in una caduta che lo ha costretto al ritiro. Poi è la volta di Assen, Gp d’Olanda, dove centra la quinta vittoria dell’anno e si traveste da “Superfumi”, versione tavulliese di Superman con cui conquista applausi e sorrisi dei tifosi. Ridono meno gli avversari, domati anche nel Gp di Imola, dove Valentino allunga a 47 punti il vantaggio in testa. Quindi è la volta del Nurburgring, gara bagnata in una giornata che per il pilota dell’Aprilia è piena di buona sorte per errori e rotture dei rivali, senza le quali difficilmente avrebbe conquistato il Gp di Germania. Rossifumi non fa sconti neppure in Brasile, vincendo il Gp di Rio dopo il duello con Ueda, cui aggiunge anche il successo nel Gp di Gran Bretagna a Donington, portando a sei le vittorie consecutive, nona affermazione stagionale festeggiata con cappellino, mantello verde, arco e frecce da Robin Hood con cui trafiggere il primo match-point per il mondiale.

Valentino Rossi gioca con l'arco di Robin Hood sul podio di Donington / GettyImages
Valentino Rossi gioca con l'arco di Robin Hood sul podio di Donington / GettyImages

“Vord Cienpion”

Valentino non delude le attese e sulla pista amica di Brno si fregia del titolo di ‘Vord Cienpion’, improbabile traduzione marchigiano-romagnola di Campione del mondo che si legge sulla t-shirt celebrativa preparata dal fan club e sul grande numero “1” giallo portato in spalla nel giro d’onore. Ma anche a giochi fatti, Rossi continua a dare spettacolo, portando a 11 le vittorie del suo 1997 con i successi di Catalunya e Indonesia. Peccato per l’ultima sua gara in 125, il Gp d’Australia, sul circuito di Phillip Island, chiuso al sesto posto a causa di un problema sulla sua Aprilia. Un piccolo dispiacere al termine di una stagione pressoché perfetta, chiusa con 11 vittorie (più un secondo posto e un terzo) un bottino di 321 punti e un margine di 83 lunghezze su Ueda, il solo ad aver retto il confronto per almeno un terzo di campionato.

Campione infinito

Con il numero 1 mai ostentato sulla carena ma che alla fine della stagione 1997 si fa tingere dietro alla nuca, Rossi saluta la 125 e nel 1998 affronta il salto di categoria. Un passaggio arrivato solo dopo che i fatti gli hanno dato ragione, solo dopo aver travolto tutti con buffe gag e impensabili scenette entrate insieme alle sue vittorie nelle case degli italiani. Vent’anni dopo il primo titolo in carriera, Rossifumi è Dottore della MotoGp che continua a scrivere pagine di storia, gioca con adesivi e caschi e vive la vita a modo suo, con intatta passione ma soprattutto la voglia di continuare a stupire se stesso. Oggi come due decenni fa, dopo gli anni in Aprilia tra 125 e 250 e una carriera in top class prima con Honda, poi con Yamaha, Ducati, e poi ancora Yamaha. Perché Vale è quell’infinito che a 38 anni lotta con lo stesso smalto, perché Rossi vale sempre tanto per quell’esperienza impareggiabile che lo rende specialista oltre ogni previsione, capace di tenere ancora banco contro avversari smagriti dalla sua fame mondiale.

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