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Valentino Rossi, doppio errore al Sachsenring: giro di boa a -59 da Marquez

Il pesarese ritarda il cambio moto (come a Misano 2015) e il box sbaglia la scelta gomme: il ‘dottore’ perde un’altra occasione e in quattro Gp paga oltre 50 punti dallo spagnolo. Mondiale sprecato?
A cura di Valeria Aiello
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È il Rossi più forte e veloce delle ultime stagioni ma quando la MotoGp sta per fermarsi per le tre settimane di vacanza, Valentino si ritrova a 59 punti di ritardo da Marc Marquez, in un mondiale che per lo spagnolo sembrava in salita ma al quale el Cabroncito della Honda ha risposto con maturità, talento e grande lucidità. Seconda occasione di fila sprecata per il Dottore, malgrado la competitività mostrata sia sull’asciutto che sul bagnato. Al Sachsenring, le condizioni di una pista che è andata man mano asciugandosi hanno costretto al cambio moto in gara e, spiega Rossi, “in condizioni intermedie non sono mai stato troppo bravo”. Da inizio stagione “ho raccolto meno di quanto meritassi” spiega, rallentato nella corsa al titolo iridato dagli errori di Austin, Assen e dalla rottura del Mugello che, con l’ottavo posto del Sachsenring, rischiano di compromettere il campionato. Sull’Anello di Sassonia sono due i grossi sbagli in pentola, a partire dal cambio moto che il pesarese ha ritardato troppo, ignorando l’ordine di rientrare del box che, a sua volta, sbagliava la scelta delle gomme, rimandandolo in pista con le intermedie, oltre alla questione strettamente tecnica della fatica nel ritrovare il ritmo alla ripartenza.

Rossi ritarda il cambio moto, come a Misano 2015

Proprio quest’ultimo aspetto, secondo il campione di Tavullia, quello decisivo. “Con il senno di poi, sarei dovuto rientrare due, tre giri prima – il cartello box faceva capolino dal muretto Yamaha già dal 19° giro, mentre Rossi ha effettuato il cambio moto al 23°, 6 giri dopo quello di Marquez, ndr  – ma non sarebbe cambiato poi più di tanto, avrei potuto battere Pedrosa e non farmi battere da Miller, avrei potuto fare sesto”. Un ragionamento condivisibile ma che focalizza l’attenzione sulla tattica dei piloti che viaggiavano con lui nel gruppo di testa, Dovizioso e Crutchlow, che però non sono i suoi diretti avversari nel mondiale. Se avesse seguito l’indicazione dei suoi meccanici che al box alzavano le braccia in segno di disappunto, avrebbe rischiato quanto stava già rischiando Marquez, in una strategia analoga a quella del suo rivale del mondiale, senza perderlo di vista su uno dei suoi circuiti record. “Quando vedi il cartello box, capisci di essere fregato” ha spiegato Dovizioso, “Perché quando te lo mostrano è spesso troppo tardi in base a quelli dietro a te” ha puntualizzato il forlivese della Ducati. Rossi, quel cartello box, lo ha ignorato per quattro giri, ritardando il rientro al box, come nel 2015 a Misano. Ma “sulla moto ci sono io e decido io. E quando ho visto il cartello non me la sono sentita” e su questo non ci piove.

Il box sbaglia la scelta delle gomme

Rossi effettua il cambio moto al 23° giro insieme a Dovizioso e Crutchlow e come loro aveva la possibilità di giocarsi il podio. Invece, in sette giri accumula un ritardo di 16 secondi e mezzo dalla Honda del britannico. Una prima spiegazione del problema è arrivata dal pesarese: “Più che una questione di strategia, è stata una questione di poca fiducia in quelle condizioni. Quando sono rientrato ho fatto molta fatica con le gomme, la nostra moto è molto difficile da guidare e quando l’asfalto è freddo è difficile mettere le gomme in temperatura”. Una questione tecnica, quindi, a giustificare la mancanza di ritmo alla ripartenza. Resta da capire perché la Yamaha abbia scelto di montare sulla M1 di Rossi la gomma intermedia, anche al posteriore, mentre molti altri piloti in pista, non solo Marquez che girava con le slick (sia all’anteriore che al posteriore) dal 17° giro, ma anche gli stessi Dovizioso, Crutchlow con cui era rientrato per il cambio moto, hanno optato per la gomma da asciutto. “Sulla carta con le intermedie avevamo un vantaggio nei primi giri” sostiene Rossi “Lo avevamo deciso insieme al team dopo le libere di venerdì, quando non riuscivamo in nessun modo a far entrare in temperatura le slick”.

Mondiale sprecato?

Marquez è riuscito a costruire il suo vantaggio nelle ultime quattro gare, chiudendo sempre a podio: con la vittoria al Sachsenring, la terza stagionale con Austin e Argentina, e i tre secondi posti di fila del Mugello, Catalunya e Assen, lo spagnolo ha raccolto 85 punti, cioè oltre 50 punti in più di Rossi che, con il ritiro al Mugello e ad Assen, alternati al successo di Barcellona e all’8° posto in Germania, ha racimolato 33 punti, ritrovandosi a 111 lunghezze a fronte delle 170 accumulate da Marc da inizio stagione. “Ormai è andata così” ammette con rammarico Valentino che considerata la grande competitività, sua e della Yamaha, aveva lasciato presagire che il 2016 fosse l’anno giusto per sperare nel mondiale. Ma al giro di boa, il campionato sta virando verso la stagione delle occasioni sprecate: in Austria sarà importante cambiare subito rotta per continuare a spiegare le vele verso il decimo mondiale.

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