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Valentino Rossi, rituali e scaramanzie varie. Il Dottore scherza: “Non servono a un c***o”

Il campione di Tavullia parla della sua mania per l’ordine: “Diciamo che delle volte esagero ma soprattutto nelle gare cerchi di fare le stesse cose perché pensi di arrivare allo stesso risultato ma ormai ho capito che non è vero niente. Dopo 20 anni cambio piccoli dettagli per vedere se funziona”. E sul numero di telefono: “Ormai non lo cambio più. Se c’è il 46? No, non c’è. 333 e poi è un numero normale”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi, 38 anni / Getty
Valentino Rossi, 38 anni / Getty

Prima di partire alla volta di Assen dove questo weekendi si corre il Gp d’Olanda, Valentino Rossi è intervenuto a Radio Deejay, raggiunto da Albertino al telefono per una divertente chiacchierata durante la striscia quotidiana “Albertino Every Day”. Dalla sua camera, dove “stava mettendo a posto i vestiti”, il Dottore ha parlato di uno dei lati più intimi e psicologici di sé, ovvero della serie di rituali che da ragazzo ordinato e meticoloso qual è, parte già dal fare dai bagagli prima di partire alla volta dei circuiti del mondiale MotoGP.

Sono molto ordinato, è una mia passione, mi diverto – premette Valentino – Piego tutto prima di andare a dormire. Mi faccio la valigia da solo. La valigia ha tutto un suo rituale incredibile che rasenta la pazzia. Tutte le cose sono in fila, tutti i movimenti uno dietro l’altro. Bisogna mettere prima i pantaloni lunghi, poi quelli corti… È tutta una bega incredibile

Diciamo che delle volte esagero – aggiunge – mi fermo un attimo e dico cazzo, anche un po’ meno, dai. Soprattutto nelle gare mi serve per raggiungere una buona concentrazione e avere un ordine mentale per poter pensare solo a guidare

Secondo me la psicologia dello sportivo dopo tanti anni di esperienza, tu cerchi di fare le stesse cose perché pensi che puoi arrivare allo stesso risultato, stiamo facendo psicologia da bar,Io ho avuto una carriera molto lunga con tanti successi e tanti insuccessi, che ormai ho capito che non è vero un cazzo, che non serve a niente. Quindi se la stessa cosa l’ho fatta uguale delle volte ho vinto e delle volte ho perso, ma ormai la faccio. Cerco di modificare dei piccoli dettagli per vedere se ancora dopo 20 anni funziona – ha raccontato il campione di Tavullia.

Gesti scaramantici e mania dell’ordine a parte, Valentino ha parlato della sue sensazioni in vista della gara olandese, successiva alla complicata gara di Barcellona, dove le Yamaha ufficiali hanno particolarmente sofferto, alle prese con lo scarso grip di un asfalto ormai datato. Dopo il Gp di Catalunya, in occasione di due giorni di test al Montmelò, il Dottore ha provato alcune nuove soluzioni, in particolare un nuovo telaio sviluppato dalla casa di Iwata sulle indicazioni arrivate dai precedenti test di Jerez. Uno sviluppo che Valentino – quinto in campionato a 28 punti dal leader e compagno di squadra Maverick Vinales – proverà anche ad Assen per verificare se il miglioramento in ingresso di curva sarà confermato anche sul circuito olandese.

Vengo da una gara difficile dove tutto il team Yamaha ha sofferto perché facevamo fatica a guidare la moto, però lunedì e martedì siamo stati a Barcellona fare i test e sono arrivate delle cose nuove tra cui un telaio che avevo chiesto dopo i test di Jerez e la moto sembra che curva un po’ meglio, quindi dai, aspettiamo di metterla in pista venerdì e curiosi di vedere come va e di vedere se anche ad Assen proviamo le stesse cose che abbiamo visto a Barcellona nei test

Alti e bassi per tutti da una pista all’altra, una moto funziona e l’altra no, e la settimana è esattamente tutto il contrario, perché praticamente le gomme subiscono molto la differenza di asfalto, di temperatura e di moto, quindi una settimana sei un leone e la settimana dopo no. È un campionato molto aperto, Siamo cinque piloti in 28 punti, siamo tutti lì, poi ancora tantissime gare, molto spettacolare

Domenica corriamo un’ora prima – ricorda Valentino – alle 13:00, perché poi alle 15:00 c’è la Formula 1, quindi per non finire uno sopra l’altro noi corriamo alle 13:00

Infine, un’ultima battuta sul numero di telefono. “Ci autorizzi a dare il numero, Vale?” incalza Albertino. “Allora, 333” risponde Rossi.

In quanti hanno il mio numero di cellulare? In molti perché ho lo stesso numero da tantissimi anni, ormai non lo cambio più. Quindi in tanti. Scaramanzia anche questa? Vorrei cambiarlo ma non posso. Se c’è il 46 nel numero? No, non c’è, è un numero normale – ha concluso.

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