Vettel e la Ferrari, in Russia per sfatare il tabù
Due vittorie per prendersi la testa del mondiale, la Ferrari ha dimostrato di aver recuperato lo svantaggio nei confronti della Mercedes. Il 2016, l'annus horribilis del Cavallino, chiuso con zero vittorie, è solo un ricordo sbiadito: a Maranello il morale è alle stelle dopo i successi di Sebastian Vettel in Australia e Bahrain e il prossimo appuntamento in Russia potrebbe essere quello giusto per allargare la forbice che divide la Rossa e le Frecce d'argento.
Mai una gioia in Russia per il tedesco
Il tedesco, però, dovrà fare i conti, oltre che con lo spirito di rivalsa di Lewis Hamilton, deciso a riprendersi la testa del campionato piloti, anche con una statistica decisamente avversa: da quando è approdato in Formula 1, infatti, Vettel non ha mai vinto sul tracciato di Sochi. Dal 2014, anno in cui il Gran Premio di Russia è entrato a far parte del calendario della Formula 1, la patria degli zar ha riservato più di una delusione al pilota di Heppenheim: all'esordio fu solo 8°, poi un 2° posto, alla prima stagione con la Rossa, ad illudere mentre l'anno scorso il tedesco fu prima tamponato da Daniil Kvyat, poi ci si misero le barriere a fermare la sua corsa. Quello russo è uno dei pochi tracciati – gli altri sono quello di Spielberg, in Austria, e quello di Città del Messico – in cui il ferrarista non è mai riuscito a portare a casa il bottino pieno.
Rossa sfortunata nella patria degli zar
Una maledizione per il tedesco che si riflette anche sulla Ferrari, incapace di salire sul gradino più alto del podio nelle tre edizioni fin qui disputate. Il Gran Premio di Russia, infatti, è un vero e proprio fortino Mercedes; le Frecce d'argento hanno sempre vinto, portando a casa il massimo dei punti disponibili due volte con Hamilton e una con Nico Rosberg. Nel 2014 la Rossa, con la coppia Alonso-Raikkonen, non riuscì ad andare oltre un 6° posto con lo spagnolo mentre il finlandese dovette accontentarsi della nona posizione. Nel 2015, invece, fu proprio Vettel a conquistare la seconda posizione con Raikkonen a chiudere 8° mentre l'anno scorso fu il finnico a chiudere sul gradino più basso del podio. Un risultato positivo sarebbe come manna dal cielo per la Rossa, una ulteriore conferma che quello appena iniziato potrebbe essere veramente l'anno giusto per riportare a Maranello un titolo che amnca da troppo tempo e a dimostrare che la SF70H è più forte anche della sfortuna.