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Volkswagen, Daimler, Bmw, Bosch e ZF indagate per cartello sul prezzo dell’acciaio

L’Antitrust tedesca ha annunciato che sei case automobilistiche sono sospettate di contatti illegali per fissare il prezzo di acquisto. I portavoce dei cinque gruppi hanno confermato l’indagine in corso. Non noto il nome della sesta società. Opel ha escluso ogni suo coinvolgimento.
A cura di Valeria Aiello
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Volkswagen AG, BMW AG, Daimler AG e Robert Bosch GmbH sono cinque delle sei case automobilistiche al centro dell’indagine dell’Antitrust tedesca per presunto cartello sul prezzo dell’acciaio. L’autorità non ha specificato i nomi delle società ma i portavoce dei cinque gruppi sopra citati hanno confermato di aver subito delle perquisizioni, lo scorso 23 giugno, nell’ambito dell’indagine, dicendosi pronti a collaborare con le autorità. Non ancora noto il nome della sesta società. Il marchio Opel di General Motor ha dichiarato di non essere coinvolto nell’indagine. L’Antitrust sospetta che le aziende abbiano avuto contatti illegali per fissare il prezzo di acquisto dell’acciaio.

I costruttori di auto sono tra i più grandi consumatori di acciaio. Secondo la World Steel Association, per ogni automobile vengono utilizzati circa 900 chilogrammi di acciaio. L’ufficio dell’Antitrust tedesco, come la Commissione europea, ha potere di infliggere sanzioni fino al 10% del fatturato annuale di ciascuna società, a seconda della gravità del comportamento anticoncorrenziale. Immediate le ripercussioni della notizia anticipata da Bloomberg sui titoli in Borsa: sul listino di Francoforte, Daimler, BMW e Volkswagen risentono di ribassi più alti del DAX.

Per il gruppo di Wolfsburg la nuova indagine arriva nel momento più difficile del gruppo, per le tante inchieste in seguito dallo scandalo dieselgate. Il colosso tedesco ha già accantonato 16,2 miliardi per far fronte allo scandalo emissioni truccate e negli Usa ha accettato di pagare 15 miliardi di dollari per risolvere la vicenda legata ai motori 2.0 Tdi per cui ha ammesso livelli di ossidi di azoto oltre i limiti consentiti. Ancora in sospeso le misure e il piano risarcimenti per le auto equipaggiate con il 3.0 Tdi, per il quale sono stati registrati livelli di Nox fino a nove volte superiori rispetto a quelli stabiliti dagli standard Usa, in particolare per i modelli Porsche, Audi e Volkswagen.

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