14 marzo, auguri a Graziano: il primo Rossi 46 nel Motomondiale
Graziano Rossi: il pilota che sfiorò il titolo iridato, il papà di Valentino, colui che ha trasmesso la passione per i motori a quello che sarebbe diventato poi il Dottore delle moto, anche se lui in realtà avrebbe voluto indirizzare il figlio verso le quattro ruote. Graziano, maestro elementare, è il primo 46, infatti proprio con quel numero esordì nel Motomondiale alla fine degli anni ’70 con la Morbidelli vincendo tre gare in classe 250 nel 1979 (Jugoslavia, Olanda e Svezia) e cogliendo cinque podi. Proprio questa la sua migliore stagione in carriera che chiuse al terzo posto in classifica generale. In 500cc, invece, salì due volte sul podio. L’incidente del 1982 nella gara di Imola del campionato velocità della classe regina mise fine alla avventura sulle due ruote che, difatti, dopo la riabilitazione, abbandonò per i rally.
All’epoca Valentino aveva tre anni e, da Urbino, la famiglia Rossi si era già trasferita a Tavullia, così come la passione per le corse era già stata trasferita da padre in figlio. A raccontarlo è lo stesso Graziano: «Andavamo sul piazzale della Berloni, legavo con una corda la sua macchinina dietro al mio motorino e lo trainavo mentre faceva i traversi e il controsterzo». Quanti anni aveva? «Forse manco due, me lo ricordo perché a due anni e mezzo ha avuto in regalo un motorino con le rotelle. Che ha tolto quasi subito».
E con un’iniziazione così tutto il resto sembra quasi inevitabile: prima i go kart, poi le minimoto e a 13 anni l’esordio nel campionato Sport Production sempre viaggiando con papà, da un circuito all’altro, ogni fine settimana. Poi arrivò la separazione con Stefania Palma, la mamma di Valentino, e lì il rapporto tra padre e figlio cambia perché, come spiega lo stesso Graziano, l’allora quattordicenne «visse malissimo quella nostra decisione e penso che non mi abbia perdonato». Ma quando nel 1996 fece il grande salto nella classe 125cc del Motomondiale in sella all’Aprilia non ebbe alcun dubbio sul numero che avrebbe avuto sul cupolino: proprio quel 46 con cui Graziano andò vicino al titolo iridato. Poi quello che farà quel ragazzino marchigiano da lì in poi è storia: nove titoli mondiali scrivendo a caratteri cubitali il proprio nome nella leggenda di questo sport, con il papà sempre lì.
Quindi nel giorno del 63° compleanno di Graziano ci sembra giusto ricordare la sua carriera da motociclista, il mondiale sfiorato, la passione per i motori trasmessa al figlio che diventerà poi una leggenda delle due ruote, ma anche la voglia di fare prima di tutto il padre, e per farlo citiamo le parole con le quali lo stesso Graziano ha spiegato il suo rapporto con Valentino: «Ho visto crescere e correre questo ragazzo così carico di luce per il quale provo un amore sconfinato come credo senta ogni padre per il proprio figlio. Lo vedo, lo seguo, lo osservo ancora oggi, giorno dopo giorno, lo rincorro sulle piste ogni domenica, con sorpresa e con un’ammirazione sempre rinnovata. Per me Valentino è questo. È un sole che illumina e scalda comunque». Insomma, padre prima di ogni cosa. Auguri al motociclista, all’amante del rally, al maestro elementare, all’uomo con i suoi pregi e difetti, e al padre che non si è mai arreso. Insomma, tanti auguri Graziano.