1987, Senna in Lotus: i termini di un contratto che fece storia
Dopo l’esordio “tra i grandi” con la Toleman e tre podi conquistati, il giovane Ayrton Senna venne ingaggiato dalla Lotus che gli mise a disposizione la 97T con la quale ad Estoril nel 1985 conquistò la prima vittoria in Formula 1. Senna rimase con la scuderia britannica per tre stagioni, l'ultima delle quali (il 1987), corsa con motori Honda, segnò l'inizio della proficua collaborazione con il costruttore del Sol Levante. In questo periodo concluse il campionato due volte al quarto e una al terzo posto, collezionando 16 pole, 6 vittorie e altrettanti giri veloci. Ma quali erano i termini del contratto che legava “Magic” alla Lotus in quella sua ultima stagione con la casa della contea di Norfolk?
Il contratto reso pubblico “per colpa” della Camel
Innanzitutto va detto che in quel 1987 lo sponsor storico John Player lascia il team sostituito dalla Camel e la vettura perde la sua classica colorazione nero-oro e diventa gialla. Questo risulta molto importante perché è proprio per questo motivo che l’accordo tra la Lotus e Ayrton Senna è stato reso noto: il documento infatti è stato depositato in un tribunale degli Stati Uniti in qualità di prova nell’azione legale intentata contro le principali aziende produttrici di sigarette, tra le quali figura anche la R.J. Reynolds Tobacco Company, proprietaria del marchio Camel.
Pilota numero uno e priorità sugli sviluppi del motore
Spulciando il testo dell’accordo sottoscritto il 30 gennaio 1987 dalla scuderia fondata da Colin Chapman e la Ayrton Senna Promotions Limited, la società di management del pilota brasiliano, vengono fuori alcuni dettagli sconosciuti fino a ora. Con questo contratto veniva messo nero su bianco lo status di “pilota numero uno” del campione paulista, che di norma veniva invece stabilita attraverso accordi verbali interni ad ogni scuderia. In questo caso però fu necessario metterlo per iscritto dato che il compagno di squadra di Ayrton, il giapponese Satoru Nakajima era stato imposto dalla Honda che proprio da quell’anno si sarebbe occupata della parte motoristica della Lotus. Stesse motivazioni dietro la postilla che consentiva a Senna di avere una priorità sullo sviluppo di nuovi componenti e di nuovi materiali.
I diritti d’immagine
Ovviamente anche la Honda, così come la Elf, che all’epoca forniva il carburante al team britannico, avevano un proprio tornaconto personale in tutto ciò. Infatti, secondo quanto sanciva l’accordo in questione, entrambe potevano sfruttare il nome e l’immagine del ragazzo di San Paolo per le loro campagne pubblicitarie per conto della Lotus senza dover elargire alcun compenso extra al pilota brasiliano, la cui popolarità era decisamente in aumento.
Lo stipendio e i bonus di Ayrton
Veniamo ora all’aspetto economico del contratto. In quella stagione Senna percepì 1.5 milioni di dollari (circa 2 miliardi di lire dell’epoca) di stipendio base a cui si aggiunsero altri 228mila dollari (circa 300 milioni di lire) in virtù del bonus che prevedeva 4mila dollari in più per ogni punto conquistato nella classifica piloti. In caso di vittoria del titolo iridato avrebbe percepito anche un premio di 250mila dollari ma, come sappiamo, chiuse il mondiale al terzo posto e quindi non riuscì a mettersi in tasca questo ulteriore compenso. Ovviamente anche tutte le trasferte del pilota di San Paolo erano a carico della Lotus fino ad un massimo di 40mila dollari. Nell’accordo era prevista anche la retribuzione per il 1988 (che sarebbe stata pari a 1.65 milioni di dollari) ma, come è noto, in quell’anno si trasferì alla McLaren, dove ritroverà la Honda, riuscendo a centrare il primo alloro della sua carriera dando il via alla sua leggenda.