24 Ore di Le Mans: trionfa ancora l’Audi R18 sulle Toyota Hybrid

La 90ma edizione della 24 Ore di Le Mans ha visto trionfare come l'anno precedente la casa tedesca di Ingolstadt, con l'Audi R18 e-tron quattro davanti alla Toyota TS030 Hybrid, sotto la pioggia incessante e dopo una gara incerta fino all'ultimo giro. Per la casa dei quattro anelli è il 12° successo a Le Mans.
La vittoria della R18 sulle Toyota – La sfida delle vetture ibride è stata vinta dunque dall'Audi grazie alla vettura numero due guidata dal trio Kristensen-Duval-McNish che ha sfruttato al meglio il V6 diesel di 3,7 litri da circa 500cv assistito da un motore elettrico anteriore, tagliando il traguardo ad un'ottima e aggressiva TS030, rivelatasi alla lunga meno veloce con un V8 a benzina di 3,4 litri da 530 cv. Ma è stata gara vera, perchè la Toyota n.7 ha subito dato filo da torcere alle vetture tedesche in pista andando ad insidiare il primo posto, in mano all'Audi n.1, dopo soli due giri. E c'è voluto un gran spirito di squadra da parte della casa teutonica a gestire l'impeto giapponese e un pizzico di fortuna quando ad un terzo di gara, l'Audi n.3 fora e la n.1 al momento di ripartire da un pit stop si spegne obbligando i tecnici a rimetterla in pista dopo un lavoro durato 45 minuti.
A quel punto contro le arrembanti TS030 è rimasta la sola R18 n.2 che ha preso la testa della gara senza mai lasciare alternative ai rivali. Al secondo posto si è classificata la Toyota di Sébastien Buemi, Stéphane Sarrazin ed Anthony Davidson. Il terzo gradino del podio è stato di un’altra Audi, qulla di Marc Gené, Lucas di Grassi e Oliver Jarvis davanti alla seconda TS030, la n.7 finita contro le protezioni a poco più di un'ora dalla fine della gara.
Il dramma di Allan Simonsen – E' stata un'edizione caratterizzata da molti incidenti e diversi ingressi delle safety cars, a causa anche di una pioggia battente che non ha mai cessato di cadere sul tracciato. Tra questi, da segnalare soprattutto quello che ha coinvolto l’Aston Martin numero 95 guidata da Allan Simonsen. Alla variante Tertre Rouge ha un brutto incidente, rimanendo al centro della pista dopo una paurosa carambola che ha divelto le barriere di protezione. La situazione da subito non appare così grave, le bandiere gialle e la safety car permettono ai commissari di togliere auto e detriti facendo ripartire la regolarmente la gara. Due ore più tardi, purtroppo, si saprà la reale entità del danno: la direzione di gara annuncia la morte del pilota danese, Allan Simonsen. A Le Mans, Simonsen ha corso dal 2007 al 2013 con due podi all'attivo: terzo nel 2007 e secondo nel 2010. Era dal 1997 che la 24 Ore di Le Mans non registrava un decesso, quello del francese Sébastien Enjoiras durante le prove, mentre per risalire a un incidente mortale in gara bisogna tornare al 1986 quando a perdere la vita fu l’austriaco Jo Gartner che guidava una Porsche 962.
Proprio a Simonsen, sul podio, il vincitore dell'edizione 2013 Tom Kristensen, ha dedicato la vittoria al collega scomparso: “La vittoria di oggi è per mio padre, che mi ha dato tutte le motivazioni. Ma questa vittoria è dedicata anche ad Allan Simonsen”. Così come Jacky Ickx, vincitore per 6 volte a Le Mans e pilota della Ferrari in Formula 1 negli anni '60: "La tragedia di Simonsen ci ricorda che l’automobilismo è uno sport pericoloso. Allan lo ha intrapreso con passione. Questa giornata è dedicata a lui e alla sua famiglia”.