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Né bus, né taxi: l’auto elettrica può costare solo 30 euro all’anno (VIDEO)

Il prezzo iniziale di 180 euro viene scontato dopo circa 30 giorni di attivazione del servizio. A fine mese saranno inoltre attivati molti nuovi parcheggi per avviare la diffusione capillare del car sharing elettrico.
A cura di Danilo Massa
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Il servizio metropolitano costa troppo allo stato, quello privato dei tassì costa troppo al cittadino. Nel mezzo autobus inefficienti ed auto inquinanti e dispendiose. L'alternativa ai trasporti tradizionali pubblici e privati la stanno cercando un po' tutti, le grandi città che hanno bisogno di decongestionare i propri centri urbani, e le realtà più "rilassate" del nord Europa che devono risolvere un rapporto non sempre favorevole tra distanze/utenti serviti. La fantasia di ingegneri e politici locali si libera, dalle autostrade per biciclette, ai minivan elettrici in cloud computing. A Napoli l'idea è meno fantascientifica e, dunque, maggiormente realizzabile. Con "Bee" la base per la mobilità diventa l'elettrica Renault Twizy, che è possibile noleggiare e poi "posare" presso parcheggi con colonnine di autoricarica. Sono due gli elementi di maggiore interesse di questo progetto di car&bike sharing (a breve sarà possibile anche noleggiare le bici). In primo luogo la libertà di movimento è la stessa che garantisce il trasporto privato, in secondo luogo il prezzo è una via intermedia tra l'autobus e il tassì. Da oggi, infatti, l'abbonamento annuale costa solo 30 euro, a cui bisogna aggiungere 0,15 euro al minuto per la prima ora di noleggio. Oltre all'abbonamento annuale è previsto anche quello di tre giorni con intervalli variabili di prezzo al minuto. Suggeriamo la consultazione del sito ufficiale sia per i prezzi, sia per conoscere la mappa dei parcheggi.

Come ricorda Mario Conforti della Bee nello stesso video in apertura, altre città nel mondo stanno sperimentando la formula del car sharing ecologico. Dalla California a Madrid, passando per Parigi, Amsterdam e Bilbao, le "smart city" sono sempre più numerose. Che sia presto per dire se la soluzione del car sharing elettrico sia vincente o meno lo dimostra la stessa condizione di incertezza che domina il mercato dell'auto elettrica, in costante ma timida crescita. Eppure la partita di Napoli ha un significato particolare. In una città con la massima concentrazione abitativa in Italia (una delle prime in Europa), con una struttura urbana quanto meno "complessa", un PIL procapite sensibilmente inferiore alla media nazionale (circa 13mila euro contro 30mila) e con casse comunali dissanguate, la mobilità elettrica condivisa, se vincente qui, diventa un esperimento di fattibilità replicabile pressoché ovunque.

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