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Addio Paolo Stanzani, uno dei padri della Lamborghini Miura

Si è spento a 80 anni una delle figure più importanti del panorama automobilistico italiano: grazie a lui sono nati alcuni degli esemplari più belli della casa di Sant’Agata Bolognese: dalla 350 Gt alla Countach, passando per la Miura, la supercar più bella di sempre.
A cura di Matteo Vana
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Il mondo dell'auto piange uno dei suoi attori più brillanti: Paolo Stanzani, uno dei padri della Lamborghni Miura, si è spento all'età di 80 anni. Nato a Bologna nel 1936, insieme a Ferruccio Lamborghini e a Gian Paolo Dallara, è stato uno dei principali artefici del successo della casa di Sant'Agata Bolognese, dalla prima 350 GT alla Countach passando per la Espada e la Urraco: auto mitiche che hanno contribuito ad alimentare il mito Lamborghini.

Paolo Stanzani, uno dei padri della Miura
Paolo Stanzani, uno dei padri della Miura

L'esordio con la Lamborghini

Era il 1963 quando Ferruccio Lamborghini lo fa entrare nella sua azienda: viene assunto come assistente dell'ingegner Dallara, allora Direttore Tecnico, e fino al 1967 si occupa dei calcoli dimensionali-strutturali, delle prove su strada e di omologazione dei veicoli e dei rapporti con le carrozzerie – Bertone, Zagato e Marazzi – che all'epoca collaboravano con il marchio. Grazie a lui nascono la 350 Gt, l'auto con cui Lamborghini sfidò Enzo Ferrari, la 400 e soprattutto la Miura, considerata l'auto più bella di sempre, di cui fu uno degli artefici principali. Quando venne presentata, al Salone di Ginevra del 1966, il mondo dell'auto rimase senza parole eleggendola regina indiscussa delle supercar. A metà del 1967 riceve l'incarico di Direttore Generale e Direttore Tecnico; sotto la sua gestione sono nasceranno la Burraco e la Countach, un'altra delle auto che hanno fatto grande la casa del Toro.

L'esperienza con la Bugatti e la Formula 1

L'avventura con la Lamborghini finisce nel 1974, subito dopo l'addio di Ferruccio. I motori, però, fanno parte del suo DNA e nel 1980 torna in pista prima fondando lo studio di progettazione Tecnostile, poi affiancando l'imprenditore Romano Artioli per rilanciare il marchio Bugatti, un'esperienza breve ma intensa: progetta la EB110, ma a causa delle divergenze con Artioli, lascia l'azienda prima del debutto ufficiale della vettura. Nella sua vita c'è anche la Formula 1: nel 1991 si ricongiunge con Dallara per entrare nel mondo delle corse, poi nel 1994 collabora con la Minardi con Michele Alboreto come pilota di punta. L'esperienza non è delle più fortunate, colpa anche di un motore tra i peggiori in pista, e l'anno seguente decide di dire basta uscendo definitivamente dal mondo dei Gran Premi.

Dopo l'addio alla Formula 1, Stanzani aveva deciso di dedicarsi alla Cogenergy, azienda per la progettazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Purtroppo non ha fatto in tempo a scrivere la storia in questo settore, il destino ha deciso di farlo ricongiungere al suo primo datore di lavoro, quel Ferruccio Lamborghini che gli diede fiducia nonostante fosse appena uno studente universitario. Una vita, quella di Stanzani, dedicata interamente alle auto, la sua più grande passione: un mondo in cui ha scritto la storia creando alcune delle vetture più belle mai viste in strada e contribuendo a creare il mito Lamborghini.

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