Airbag difettosi, Mazda costretta a richiamare 19mila vetture

La scandalo degli airbag Takata non sembra avere fine: l'azienda giapponese, che ha presentato formale procedura di fallimento in Giappone e negli Stati Uniti, è finita ancora una volta nell'occhio del ciclone dopo che Mazda è stata costretta a richiamare 19mila veicoli, equipaggiati con gli airbag della casa del Sol Levante, in Sudafrica. La misura, come riportato dalla Reuters, si è resa necessaria dopo le indagini effettuate in Giappone e in Nord America per tre diversi tipi di airbag di fabbricazione Takata che hanno manifestato problemi di sicurezza; il difetto dei dispositivi in grado di salvare la vita in caso di incidente è legato al propellente utilizzato nel sistema di gonfiaggio, il nitrato di ammonio, incline al deterioramento e senza agenti essiccanti, soggetto a violente esplosioni accidentali che possono verificarsi con l'aumento delle temperature. Un problema che ha già causato 16 morti accertate e 180 feriti nel mondo.
Quello legato ai dispositivi della casa giapponese è il più grande richiamo nella storia dell’industria automobilistica; i risarcimenti, infatti, ammontano a oltre mille miliardi di yen, quantificabili in 8 miliardi di euro circa, inclusi i costi sostenuti dai produttori di auto per gli airbag difettosi. L'amministrazione statunitense, nel mese di luglio, ha indetto ulteriori test che hanno imposto a Takata – e a tutte le case automobilistiche che montavano gli airbag difettosi – di dichiarare fuorilegge oltre 2,7 milioni di dispositivi con cui erano state equipaggiate Ford, Nissan e appunto Mazda. L'azienda nipponica aveva ammesso le proprie colpe nel febbraio scorso dichiarandosi colpevole di frode negli Stati Uniti e condannata a pagare sanzioni pesantissime che l'hanno portata sul lastrico. Adesso un nuovo capitolo di quello che sembra essere uno scandalo senza fine.