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Airbag difettosi, Takata apre istanza di fallimento: oltre 8 miliardi di debiti

La società nipponica ha presentato procedura di fallimento in Giappone e negli Usa schiacciata dal peso del più grande richiamo dell’industria automobilistica. Ai cuscini difettosi sono collegati almeno 16 morti e 180 feriti.
A cura di Valeria Aiello
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Il produttore nipponico Takata, colosso mondiale nella fabbricazione di sistemi di sicurezza, ha presentato formale procedura di fallimento in Giappone e negli Stati Uniti: i debiti della società, schiacciata dal peso del più grande richiamo della storia dell’industria automobilistica, ammontano a oltre mille miliardi di yen, l’equivalente di circa 8 miliardi di euro, inclusi i costi sostenuti dai produttori di auto, fra cui Toyota e Honda, per gli airbag difettosi. Si tratta della maggiore insolvenza mai registrata da una società nipponica. Gli asset aziendali saranno rilevati dalla Key Safety Systems, produttore statunitense con sede a Sterling Heights, in Michigan, che dovrebbe acquisire sostanzialmente tutte le attività di Takata per un’operazione complessiva di 1,59 miliardi di dollari. La vendita comprenderà alcune operazioni non legate allo scandalo dei cuscini gonfiabili per cui negli Usa sono oltre 50 milioni le automobili che verranno richiamate entro il 2019.

Agli airbag Takata sono collegati almeno 16 morti e 180 feriti nel mondo. Il difetto è legato al propellente utilizzato nel sistema di gonfiaggio, il nitrato di ammonio, che senza agenti essiccanti, è incline al deterioramento e soggetto a violente esplosioni accidentali. Il presidente e amministratore delegato Shigehisa Takada, ha annunciato le proprie dimissioni, scusandosi per il fallimento dell’azienda. Il ministro nipponico dell’Economia e dell’industria, Hiroshige Seko, ha annunciato un piano di supporto finanziario per sostenre le piccole e medie imprese che potrebbero essere condizionate dagli ultimi sviluppi. Nel mese di febbraio Takata si è dichiarata colpevole di frode negli Usa, dove è stato condannata a pagare la sanzione di un miliardo di dollari che comprende un fondo di compensazione per le 17 case automobilistiche coinvolte e un risarcimento per le vittime dei cuscini difettosi.

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