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Alex Zanardi torna in pista con la BMW

Dopo i record sull’handbike, il bolognese non smette di stupire. L’ex pilota di F1 ritorna alle corse nella Blancpain GT Series.
A cura di Valeria Aiello
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Non gli basta essere il più celebre atleta paraolimpico, un ex pilota di Formula 1, aver vinto due ori alle Paralimpiadi di Londra o aver dominato la stagione 2013 con la Coppa del Mondo e tre ori Mondiali. Alex Zanardi, classe 1966, è inarrestabile e pronto per una nuova avventura: il ritorno alle corse nella Blancpain GT Series a bordo di una BMW Z4 GT3 del team Roal Motorsport di Roberto Ravaglia e Aldo Preo. Per il pilota bolognese che aveva lasciato l’agonismo alla fine del 2009, dopo una parentesi iniziata nel 2004 nel Campionato Mondiale Turismo, il ritorno in pista è l’ennesima sfida di un uomo capace di rimettersi sempre in gioco.

La conferma è arrivata dallo stesso Alex Zanardi che, come ha raccontato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, sarà impegnato nella nuova serie nata dalla recente fusione della Fia GT con l’Endurance Blancpain, nelle corse Sprint, già a partire dai primi test, sul circuito di Adria, previsti per fine gennaio, per poi iniziare da Nogaro, in Francia, il 21 aprile, con la gara inaugurale del campionato. Un totale di 7 appuntamenti, ciascuno di un’ora, che Alex correrà in solitaria, grazie all’introduzione di una regola che consente ad un pilota con difficoltà di non dividere le ore di gara con un compagno di squadra.

Alla base della nuova esperienza il profondo legame di stima e di amicizia che lega Zanardi con il team e la BMW: “È nato tutto per caso: mi ha chiamato Jens Marquardt, capo della BMW nelle corse, per gli auguri di compleanno” ha spiegato Zanardi, “Quando correvo in F. Cart lui era responsabile Mercedes e io lo battevo spesso. Mi ha detto: ‘Quanto mi sarebbe piaciuto averti come pilota!’. E io ho risposto: ‘Beh, siamo ancora in tempo. Perché non me l’hai mai chiesto?”.

Per Alex, l’emozione di tornare in pista è tanta: “Sono contento, ho una gran voglia di mettermi al volante” conclude Zanardi. “Ripensandoci ti rendi conto che certe avventure del passato sono più belle di quanto ricordi. Non conta tanto vincere, anche se mi piace […]. Anni fa stavo provando a Vallelunga, in uscita dalla curva dei Cimini, era una bellissima giornata di primavera e c’era una luce che si vede solo a Roma, l’erba verdissima a bordo pista. Mi son ritrovato a dirmi: ‘Cavolo, che bel lavoro che fai’. Sarà un piacere. A 47 anni, età in cui uno dovrebbe mettersi buono, raddoppio. Un matto. E pensare che volevano andassi a Sochi a fare sci di fondo, ci mancava pure quello”.

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