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Allarme per il GP d’Italia, la tappa di Formula 1 a Monza è a rischio

Un emendamento doveva tenere fuori l’Aci dalla Legge Madia, ma così non è stato e ora si dovrà attendere il giudizio dell’Antitrust. Il presidente Sticchi Damiani: “Abbiamo vincoli che non sono stati superati e questo mette a rischio la permanenza della Formula 1 a Monza con effetti immediati” ha rivelato.
A cura di Matteo Vana
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La festa sotto il podio del Gp d'Italia di Formula 1 / GettyImages
La festa sotto il podio del Gp d'Italia di Formula 1 / GettyImages

Non sembra esserci pace per il Gran Premio d'Italia: dopo il tira e molla sul rinnovo e la disputa con l'autodromo di Imola, che si era risolta a favore del circuito di Monza con l'ingresso nel calendario ufficiale 2018, adesso la sua candidatura sembra vacillare. A far crollare le certezze un emendamento della Legge di Bilancio non passato nell'ultima notte di votazioni che metteva al sicuro l’acquisizione dell'Autodromo di Monza da parte dell'ACI.

L'allarme del presidente Sticchi Damiani

A far scattare l'allarme è stato Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci e vice presidente della Fia, che in una intervista al Corriere dello Sport, ha dichiarato: "Aci soffre di una legge sulle società partecipate che mal si adatta a un ente pubblico a base associativa. Abbiamo vincoli che non sono stati superati dalla Legge di Stabilità come ci aspettavamo. Oggi la nostra azione è ingessata e ciò ci mette profondamente in crisi al punto da comportare dei rischi per la permanenza della Formula 1 a Monza con effetti immediati: parlo del 2018. Se non si troverà il modo di tirare fuori l'Aci da questa rete non potremo mantenere gli impegni presi con il Parlamento e il Pese per mantenere la Formula 1 in Italia" sono state le sue parole.

Un fulmine a ciel sereno quello che rischia di far saltare il Gran Premio d'Italia; le forze politiche erano tutte d'accordo, ma questioni procedurali e la confusione generata dalla fine della legislatura hanno fatto l'approvazione. Essendo dunque ancora sottoposto alla Legge Madia – che regola gli Enti a partecipazione pubblica – si dovrà attendere il giudizio dell'Antitrust che dovrà esprimersi sull'acquisizione dell'autodromo da parte dell'Aci e che potrebbe bocciare l’acquisizione dell’Autodromo e il contratto triennale che espone l’ente presieduto da Sticchi Damiani a un debito annuo di 15-18 milioni di euro, sarebbe così nullo. Una questione da risolvere il prima possibile se si vuole continuare ad avere la Formula 1 in Italia a partire dal prossimo campionato.

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