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Arrivabene: “Ferrari penalizzata dai componenti, ma non molliamo”

Il team principal del Cavallino: “L’abbraccio con Vettel significa che non molliamo anche se questa è andata così. I punti di ritardo sono molti, ma i problemi non intaccano la bontà del progetto” sono state le sue parole.
A cura di Matteo Vana
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Maurizio Arrivabene - Getty images
Maurizio Arrivabene – Getty images

Un vero e proprio dramma sportivo quello vissuto dalla Ferrari in Giappone: la scuderia italiana, dopo le disavventure avute a Singapore prima – con il contatto tra le due Rosse e Max Verstappen – e in Malesia poi dove era stato un componente del motore a costringere Vettel a partire dal fondo dello schieramento, a Suzuka è una candela di accensione a costringere il tedesco al ritiro compromettendo in maniera decisiva la sua rincorsa verso il titolo. Il pilota del Cavallino ora ha 59 punti di ritardo dal leader Lewis Hamilton, un divario che appare quasi insormontabile quando mancano appena 4 gare alla fine del campionato.

Il team principal della Ferrari non si arrende

Non è una resa quella della Ferrari, ma la strada adesso è in salita. Ci tiene a ribadirlo Maurizio Arrivabene, team principal della Rossa, che ai microfoni di Sky, ammette la difficoltà dell'impresa che attende il Cavallino: all'inglese della Mercedes, ad Austin, basterà guadagnare 16 punti sul tedesco per laurearsi campione del mondo, ma la squadra italiana non vuole mollare l'obiettivo inseguito per tutta la stagione.

Una giornata complicata, ma le giornate non complicate devo ancora vederle in questo periodo. A fermarci è stato un problema alla candela che si è rotta con una bobina – ha ammesso il team principal della Rossa -. L'abbraccio con Vettel? Ci conosciamo abbastanza bene, quell'abbraccio con Seb voleva dire non molliamo anche se questa è andata così. La macchina, al di la dei componenti, è buona, andremo avanti fino alla fine. La squadra è giovane, motivata e andiamo avanti: questo ci siamo detti in quell'abbraccio. I punti di ritardo sono molti, ma dobbiamo essere umili e riconoscere che a noi sono mancate delle cose e a loro no. Le ultime due gare ci hanno penalizzato per dei componenti che nulla avevano a che fare con il nostro progetto. Ora si riparte girando pagina, motivati, facendo analisi su quanto è successo e arrivando ad Austin decisi a giocarsela.

Una delusione immensa quella vissuta dalla Ferrari in Giappone, ma il team è deciso a non mollare neanche un centimetro rendendo dura la vita a Lewis Hamilton nelle ultime 4 gare del campionato. Il titolo sembra ormai nelle mani dell'inglese che, ad Austin, potrà chiudere la partita guadagnando 16 punti sul tedesco: solo un miracolo sportivo, però, potrebbe regalare alla Rossa un titolo già a forti tinte Mercedes.

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