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Arrivabene, l’uomo che ha ricostruito la Ferrari: “La squadra era a pezzi”

Il Team Principal di Maranello ha parlato della situazione che ha trovato a Maranello dopo il brutto 2014. Arrivabene ha dato nuova linfa al gruppo, ma attribuisce la maggior parte del merito a Marchionne che ha ottenuto lo sviluppo dei motori.
A cura di Vito Lamorte
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È l'uomo del momento. Maurizio Arrivabene è arrivato come un fulmine nella scuderia Ferrari e ha cambiato la visione del team da parte dei diretti interessati e dei tifosi. Tutti parlano di lui ma il capo della Gestione Sportiva della scuderia di Maranello, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, ha dichiarato: "Sono una persona normale abituata fin da piccolo a casa a guadagnarmi quello che ho, e a lavorare per quello che vorrei essere. Mi definisco una persona normale, una persona che non ha nessuna remora a dire quello che pensa, cosa che in un mondo dominato dagli equilibri politici può anche non pagare".

Arrivabene è approdato a Maranello a dicembre, dopo la fine del rapporto tra la Rossa e Marco Mattiacci e non usa giri di parole per descrivere la situazione che ha trovato: "Non c'era più la squadra. Quando sono arrivato ho avuto la conferma dei feedback negativi che mi aveva dato gente dell'azienda dove lavoravo prima, che era in stretto contatto con Maranello. Quando sono arrivato mai mi immaginavo una situazione così come l'ho vista, gente demotivata, rintanata nel suo angolo a proteggere se stesso, squadra sfaldata. Il primo obiettivo è stato di rimettere insieme le truppe, riordinarle, rimotivarle. Poi insieme abbiamo incominciato a parlare del progetto che non è di uno, di due o di tre, ma di tutti".

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