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Auto, l’Ue supervisionerà omologazioni e test sulle emissioni

In futuro la Commissione europea effettuerà controlli indipendenti rispetto a quelli degli Stati membri e potrà ordinare richiami e infliggere multe fino a 30mila euro per ogni veicolo non conforme.
A cura di Valeria Aiello
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Il Parlamento e il Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo sulla riforma del sistema di omologazione delle auto prima che vengano poste sul mercato e dei test sulle emissioni dei veicoli già in circolazione per migliorare il livello della qualità e indipendenza dell’approvazione delle emissioni inquinanti. L’accordo prevede di dare a Bruxelles una maggiore supervisione sul controllo di conformità operato da ciascuno Stato membro e delle eventuali misure correttive, come richiami o sanzioni. A fare emergere la necessità di controlli stringenti è stato lo scandalo dieselgate che ha travolto Volkswagen, dopo che il gruppo tedesco nel settembre 2015 ha ammesso di aver truccato i test sulle emissioni dei motori diesel negli Usa. Secondo quanto riporta Reuters, Germania e Italia si sono dette contrarie alla riforma ma l’Ue ha spinto per raggiungere un compromesso sul disegno di legge, pur restando divisa su quanto potere di vigilanza del mercato dare alla Commissione.

L'Ue supervisionerà le omologazioni

L’accordo prevede che in futuro la Commissione potrà effettuare controlli indipendenti rispetto a quelli degli Stati membri, avrà la possibilità di ordinare richiami su scala europea e infliggere sanzioni fino a 30mila euro per ogni veicolo con emissioni oltre gli standard di omologazione. Per mantenere l’autorizzazione a omologare i nuovi modelli da parte di uno Stato membro, i servizi tecnici saranno sottoposti ad audit regolari della Commissione per garantire che le norme siano applicate e rispettare “rigorosamente” in tutta l’Ue.

Più test sulle auto già in circolazione

Altro punto di discussione è stato quello relativo numero di test sulle emissioni inquinanti dei veicoli già in circolazione. Ciascuno Stato membro dovrà procedere a controlli regolari a campione con una frequenza di almeno 1 controllo ogni 40mila nuovi veicoli registrati, con un minimo di 5 test per Stato membro. L’accordo prevede inoltre che la Commissione presieda un nuovo forum sull’applicazione della normativa per garantire la corretta interpretazione ed esecuzione nonché la massima trasparenza e una sorveglianza più coordinata da parte degli Stati membri. Infine, alla conferma dell’attuale divieto d’uso di dispositivi di controllo delle emissioni, in futuro è aggiunto l’obbligo per i costruttori di automobili di fornire l’accesso ai protocolli del software del veicolo e di divulgare le proprie strategie di riduzione delle emissioni. Le nuove norme dovranno ora passare il vaglio per l’approvazione formale da parte del Parlamento e del Consiglio e il regolamento sarà applicabile e obbligatorio in tutti gli Stati membri a partire dal 1° settembre 2020.

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