Auto, la spesa degli italiani sale a 189 miliardi, l’11% del Pil
Per il mercato italiano dell’auto l’obiettivo di 2 milioni di immatricolazioni è ormai a portata di mano. Nel solo mese di agosto si è registrato un aumento delle vendite a due cifre (15,9%) e dopo un primo semestre positivo e, la seconda parte dell’anno di preannuncia in ulteriore crescita per il settore che tornerà a risultato raggiunti già nel 2019, quindi con due di anticipo rispetto al ritorno ai livelli ante-crisi del Pil che, con il tasso di crescita attuale (+1,5% annuo), dovrebbe essere raggiunto nel 2021. È quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Promotor presentata nel corso del convegno ” “Il contributo dell’auto alla ripresa dell’economia italiana” tenutosi a Roma e organizzato dal Centro Studi Promotor e dal Motor Show di Bologna, con la partecipazione di rappresentati al massimo livello di Anfia, Unrae, Aniasa, Continental, Ford, FCA, LeasePlan, Jaguar Land Rover, Suzuki, Mercedes-Benz, Psa e Mitsubishi.
Auto, la spesa sale a 189 miliardi
Nel 2017 la spesa degli italiani per l’auto sarà di 189 miliardi pari a circa l’11% del Pil. Il maggior esborso sarà per l’acquisto di carburanti (58,2 miliardi), mentre 49,4 miliardi saranno destinati all’acquisto di autoveicoli, 41,6 miliardi alla manutenzione, alla riparazione e ai pneumatici, 17,7 miliardi all’assicurazione, 8 miliardi ai pedaggi autostradali, 7,9 miliardi ai ricoveri e parcheggi e 6,2 miliardi alle tasse automobilistiche per un totale, che come si è detto, è di 189 miliardi contro i 178 del 2016 (+6%). Una svolta in positivo per il settore e per il suo apporto all’economia nazionale, come osservato dal di Econometrica e del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano che chiede al Governo di “valorizzare il mercato dell'auto” considerando che "il comparto ha superato senza alcun aiuto una crisi molto più grande di quella del nostro contesto economico e che a livello mondiale il settore ha grandi potenzialità di crescita”
Rivoluzione già in atto
Secondo un studio di Euler Hermes (Gruppo Allianz) presentato al Salone di Francoforte, nel 2019 il mercato mondiale raggiungerà i 100 milioni di autoveicoli venduti e in Italia si arriverà a 2.300.000 unità comprendendo naturalmente le autovetture, i veicoli commerciali, i veicoli industriali e gli autobus. “Ma quel che più conta è che la crescita non sarà soltanto quantitativa, ma anche e soprattutto qualitativa” prosegue Gian Primo Qualiano. “L’automobile è stata definita la macchina che ha cambiato il mondo. Nel XXI secolo lo cambierà ancora. In meglio” prosegue. “Questa rivoluzione è già in atto” e “non ha bisogno che il Palazzo la sostenga. Basterebbe che non la ostacolasse per pregiudizi ideologici, per ritardi culturali, per incomprensione delle dinamiche” adottando soluzioni “non per combattere l’automobile, ma per valorizzarne nuove potenzialità, come il car sharing, il car pooling, il ride sharing ed altre che verranno renderanno la mobilità più facile e più accessibile a tutti”.
Valorizzare la ripresaz
Anche le altre principali associazioni di settore non chiedono contributi ma facilitazioni fiscali per il rinnovamento del parco auto italiano chem con una media che sfiora i dieci annim è il più vecchio dell’Europa occidentale. Secondo Michele Crisci, presidente di Unrae, l'Associazione delle case estere, “si potrebbe agevolare la rottamazione di una vettura euro 3 per una euro 6, non chiedendo contributi ma una defiscalizzazione, magari dando la possibilità di portare in deduzione pluriennale parte del conto di acquisto”. Andrea Cardinali, presidente di Aniasa, l'Associazione dell'autonoleggio, chiede “il rinnovo del super ammortamento al 140% nella Legge di Stabilità e l'ampliamento dell'iper ammortamento ai veicoli ecologici". Mentre per Aurelio Nervo, presidente di Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica, “serve un coordinamento a livello nazionale sulle iniziative degli enti locali nelle città a favore della qualità dell'aria, senza demonizzare specifiche motorizzazioni ma colpendo i veicoli che inquinano per una reale neutralità tecnologica".